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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2012 alle ore 11:17.

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Bashar Assad. Foto ApBashar Assad. Foto Ap

La crisi siriana, con l'opposizione che chiede alla Lega Araba di annunciare il fallimento della missione degli osservatori, e il processo a carico dell'ex presidente egiziano Hosni Mubarak, accusato di aver ordinato l'uccisione dei manifestanti durante la rivoluzione dello scorso anno, sono i temi della stampa araba.

Il presidente Bashar al-Assad, accusato dalla comunità internazionale di essere il maggiore responsabile della repressione del suo regime e di cinquemila morti, paral oggi in tv accusa a sua volta la comunità internazionale di complotto contro il suo Paese e i media. «Ci sono state 60 televisioni nel mondo che hanno lavorato contro di noi per dare una cattiva immagine della Siria. Abbiamo subito un attacco mediatico senza precedenti» dice al-Assad in apertura del suo discorso in diretta tv. «Il complotto straniero contro la Siria non fa paura a nessuno - ha detto - i fatti spiacevoli che sono avvenuti hanno colpito tutto il paese. È stata molte volte capovolta la realtà, abbiamo subito una campagna mediatica senza precedenti. Sessanta tv nel mondo hanno lavorato contro la Siria, dando una cattiva immagine della Siria all'estero e portando il terrore nel Paese».

Importante e pesante anche l'attacco alla Lega Araba: Assad ha sostenuto di aver invitato egli stesso gli osservatori in Siria e accusato l'organizzazione di ipocrisia per i suoi appelli alle riforme nel Paese: «È come un dottore che consiglia il paziente di non fumare mentre ha una sigaretta in bocca». Assad ha aggiunto che la Lega Araba non sa nulla di democrazia e che è uno specchio del fallimento nel mondo arabo: «Da un pezzo, la Lega ha i giorni contati».

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