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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2012 alle ore 06:38.

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Nel giorno in cui la Germania è riuscita a collocare titoli di Stato semestrali a tassi d'interesse sotto zero (segno che tanti investitori preferiscono "pagare" pur di mettere i propri denari al sicuro in Germania), l'Italia ha ulteriormente aumentato la forbice che separa i suoi titoli di Stato da quelli tedeschi. Sulla scadenza biennale, i BTp italiani sono costretti a offrire il 4,91%: 4,77 punti percentuali più dei titoli tedeschi.
Su quella quinquennale lo spread è salito di 11 centesimi a 554 punti base: i BTp italiani sono insomma costretti ad offrire, per trovare compratori, un tasso d'interesse del 6,3%. Sulla scadenza decennale l'aumento è stato di quattro centesimi: con un tasso d'interesse del 7,11%, l'Italia paga 5,31 punti percentuali in più della Germania. La crisi dell'Europa è tutta in questi numeri: in questa forbice che, tira tira, cerca di spezzare ciò che l'euro ha unito.
La forbice Italia-Germania
I fattori determinanti sul mercato, attualmente, sono due: il panico e la speculazione. Entrambi spingono gli investitori a comprare titoli di Stato in Germania, oppure inducono le banche a parcheggiare la liquidità presso la Bce. Lo dimostrano quattro eventi di ieri. Uno: Berlino è riuscita a collocare titoli con scadenza semestrale con un tasso d'interesse negativo (- 0,0122%). Due: i rendimenti biennali tedeschi sono scesi al minimo storico di 0,14%. Tre: venerdì (ma il dato è uscito ieri) le banche europee hanno depositato presso il loro conto in Bce la cifra record di 464 miliardi di euro. Segno che tanti istituti di credito preferiscono parcheggiare la liquidità in Bce al misero tasso dello 0,25%, piuttosto che usarla per investire. Quattro: sui BTp italiani, sostengono gli addetti ai lavori, non ci sono scambi.
Tutto questo avviene per una concomitanza di comportamenti. I fondi comuni d'investimento e i fondi pensione comprano Bund e non acquistano BTp perché sono stanchi della volatilità e dell'incertezza. Se devono mantenere un'esposizione sull'euro, preferiscono parcheggiare i soldi in Germania piuttosto che in Italia o in Spagna. «Perché almeno sono sicuri che i soldi verranno restituiti». Discorso simile lo fanno un po' tutti gli investitori extra-europei: l'incertezza sull'Europa è talmente elevata, che se si deve comunque tenere un piede nell'euro tanto vale farlo in Germania.
E l'incontro di ieri tra il cancelliere tedesco Merkel e il presidente francese Sarkozy, concluso senza rilevanti novità, conferma lo scetticismo generale. A questo discorso si somma quello speculativo. Tanti investitori – spiega un gestore di hedge fund – scommettono sull'uscita dall'euro di alcuni Paesi deboli. In questo contesto comprano Bund perché sanno che – comunque vada – resteranno i titoli in valuta forte. E saranno rimborsati alla scadenza.
La forbice breve-lungo
Eppure in questa landa desolata, qualcosa (in meglio) è cambiato. Se pochi mesi fa oggetto di tiro al bersaglio erano anche i titoli di Stato italiani a breve termine (come i BoT), ora sulle scadenze fino a uno-due anni la tensione si è allentata. Basti pensare che il 9 novembre (giorno delle dimissioni di Berlusconi) i BoT trimestrali rendevano il 6,4%, mentre ieri risultavano scesi all'1,63%. Discorso simile (si veda il grafico a fianco) per tutte le scadenze fino ai due anni. Insomma: le tensioni restano elevate sui BTp decennali, ma si sono notevolmente ridotte su quelle brevi.
I motivi di questo fenomeno possono essere due. Il primo è tecnico: la Bce a dicembre ha erogato alle banche europee finanziamenti triennali al tasso agevolato dell'1% per 489 miliardi di euro, dei quali 116 finiti alle banche italiane. Con questi soldi, le banche potrebbero avere acquistato un po' di titoli di Stato a breve scadenza: poco rischiosi e ben remunerativi. Il secondo motivo è legato al primo: anche senza usare i soldi della Bce, gli investitori si possono essere convinti che – in ogni caso – nell'arco dei prossimi mesi i rischi italiani siano comunque limitati. Questo li ha convinti a comprare un po' di BoT a breve scadenza.© RIPRODUZIONE RISERVATA

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