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Questo articolo è stato pubblicato il 13 gennaio 2012 alle ore 21:22.

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Via dalla Rai e senza più quelle gag che tanto hanno fatto discutere quando Silvio Berlusconi era presidente del Consiglio. Serena Dandini per il suo ritorno in tv ha scelto il sabato sera e con 'The show must go off' (gioco di parole sulla canzone dei Queen) apre la stagione televisiva 2012 di La 7. Sotto la guida dello stesso direttore di rete di un anno fa a Rai Tre: Paolo Ruffini. Pochi i cambiamenti nella squadra: ci sono Dario Vergassola, Elio e le Storie Tese, partecipa anche Neri Marcorè.

Due ore di programma con satira a gogò per un format che rispetti le regole del sabato sera: un corpo di ballo, intrattenimenti musicali e giovani cantori. Avanzi è il modello di riferimento, la storica trasmissione di Rai Tre, ideata e condotta dalla stessa Dandini, dove anche chi veniva escluso dalla grande tv trovava uno spazio, pubblicità e servizi giornalistici mai andati in onda compresi. Qualcosa è stato ripreso anche da Ottavo nano, programma famoso soprattutto per il Politikamon (parodia del Pokemon), finto cartone animato con i politici protagonisti.

La Dandini dice che «non ce la facevamo più con le battute su Berlusconi», almeno «adesso c'è nuova linfa e ci sono, ahimè, per gli autori della satira moltissimi nuovi spunti». Annunciate finte fiction e improbabili spot istituzionali che prendono di mira l'esecutivo guidato da Mario Monti: 'I serissimi'.
Consapevoli, almeno a sentire la Dandini, che la scelta del sabato sera «è una vera pazzia». Ma ampliare l'ascolto in quella fascia oraria per la conduttrice e la sua squadra dovrebbe essere un gioco da ragazzi. «Il nostro obiettivo - annuncia Dandini - è quello di fare di più dell'attuale 1,5% magari cercando di raddoppiare».

Ospiti della prima serata Andrea Camilleri e Tiziano Ferro. Insomma novità e continuità. Nessun rancore con la Rai. «Potevo far causa ma ho preferito concentrami sul lavoro. E non cerco rivalse», dice la Dandini. Che però ammette: una cosa che l'ha fatta arrabbiare c'è stata, «il modo in cui hanno trattato le persone che lavoravano con me, io posso prendermi un anno sabbatico, loro no». Poi però una stilettata arriva: «La verità è che La7 fa servizio pubblico molto più che l'azienda dove lavoravo fino a ieri».

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