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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2012 alle ore 10:18.

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Chi è responsabile dei danni provocati dal naufragio dell'Isola del Giglio? Chi pagherà? C'è spazio per una class action? Sono alcune delle domande destinate a rimanere eredità – a volte lunghissima, come insegna il caso della Moby Prince - della tragedia di venerdì notte.
Secondo Massimo Deiana, preside della facoltà di Giurisprudenza di Cagliari – considerato uno dei massimi esperti del codice della navigazione marittima (peculiare anche rispetto a quella aerea, che fu aggiornata nel 2005) - la questione, nella sua drammaticità, è molto più semplice di come è stata posta nelle ultime ore.

C'è un tragico bilancio delle vittime.
È l'aspetto più doloroso, ma che giuridicamente pone meno problemi. Gli eredi saranno liquidati secondo i criteri consolidati dalla giurisprudenza, in considerazione di una serie di parametri di età, parentela, posizione economica e altro.

E in sede penale?
Se le cose stanno come si legge, ne risponderà il comandante, dal naufragio colposo agli omicidi colposi plurimi, all'abbandono abusivo di comando, che in questi casi è punito con estrema severità.

Chi pagherà i danni?
Nel trasporto di persone risponde sempre il vettore, che in questa vicenda coincide con l'armatore, cioè Costa Crociere.

Quindi i sopravvissuti o gli eredi dovranno rivolgersi a Costa Crociere?
Si, perchè nel diritto marittimo, a differenza di quello aereo, non è consentito "attaccare" direttamente le compagnie di assicurazione.

E quanto ai beni personali andati perduti?
Anche qui le regole del Codice della navigazione sono chiare ed esaustive: ogni chilogrammo di bagaglio consegnato alla partenza viene risarcito con 6,19 euro. Badi, bagaglio consegnato e quindi registrato. E inoltre, se qualcuno trasporta oggetti di valore, ha l'onere di dichiararlo prima della partenza, altrimenti il "disperso" viene liquidato a chilogrammo, secondo la regola generale.

Danno morale?
Anche chi non abbia riportato danni fisici nel naufragio, potrà avanzare una richiesta di risarcimento supportata da una perizia psicologica, per stress e traumi emotivi.

Danni da vacanza rovinata?
Direi di no, perchè siamo nell'ambito di un contratto di trasporto marittimo di persone, e non di contratto turistico. Resta il fatto che c'è un diritto al rimborso per la quota di tragitto non eseguita.

Si parla di class action.
Non ne vedo il motivo. Anche perché probabilmente Costa proporrà una soluzione transattiva ragionevole, per ragioni giuridiche ma anche di opportunità commerciale.

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