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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2012 alle ore 08:44.

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera di precisazione di Federico Fabretti della Direzione Centrale Media di Ferrovie dello Stato italiane sull'articolo di Andrea Malan - In Italia li tagliano ma in Europa i treni della notte viaggiano ancora (e costano poco) pubblicato dal Sole 24 Ore.com . In calce alla lettera la replica dell'autore.

Gentile direttore,
l'articolo di Andrea Malan, dedicato ai treni notte in Europa, mette in dubbio un dato di assoluta evidenza, quello della crescente disaffezione dei viaggiatori di tutto il continente nei confronti di un servizio ormai "soppiantato" dai più comodi e meno costosi voli low cost.

E in più attribuisce a Trenitalia un obiettivo che la società non ha mai annunciato né perseguito, quello di "eliminare al più presto i treni notte". Oltretutto non ne avrebbe neppure competenza, trattandosi di "servizi universali" definiti e pagati dal committente pubblico, Ministero dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti.
In realtà con il nuovo orario i "treni notte" non sono stati affatto "eliminati", ne è stata ridotta la percorrenza a tragitti effettivamente e soltanto "notturni", con un contenimento dei costi di produzione che ha permesso di salvaguardare tale servizio.
Ad ogni modo Malan vorrebbe dimostrare che in Europa i treni notte esistono ancora, e costano poco. Ma la prima affermazione nessuno l'ha mai messa in discussione, la seconda, fatte alcune eccezioni, è falsa.
Quel che andiamo ripetendo è che nel corso degli ultimi 10 anni i treni notturni sono stati soppiantati in tutta Europa dai voli low cost e dall'AV ferroviaria, esistono ancora ma soltanto come servizio di nicchia. In Francia, dove da 5 anni non esiste più il servizio vagone letto, i "notte" rappresentano appena il 3,3% dell'intera offerta, in Germania meno dell'8% e sono per lo più convogli a servizio di rotte internazionali, in Spagna l'offerta si è più che dimezzata negli ultimi 5 anni e oggi restano solo 9 convogli notturni.
Non solo il prezzo dei biglietti in Italia è la metà dei quelli in Francia e Germania, 7 cent euro a km contro i 12-14 cent degli altri operatori rispetto a servizi omogenei, costituiti dai posti a sedere con offerta senza limitazioni, ma la nuova tariffa Trenitalia "Notte + AV" è del tutto allineata alle offerte promozionali di Francia e Germania, pur non essendo soggetta alle stesse limitazioni di posti. Federico Fabretti -
Direzione Centrale Media - Ferrovie dello Stato Italiane

La replica di Andrea Malan

Gentile Dr. Fabbretti,
la sua lettera è (come spesso accade) più lunga dell'articolo. Cercherò di essere sintetico nella replica.
In primo luogo, non ho mai messo in dubbio che anche in altri Paesi i treni notturni abbiano subìto un'erosione di quote di mercato. Il titolo del mio articolo era "In Italia li tagliano, ma in Europa i treni della notte viaggiano ancora (e costano poco)".
Secondo punto. Trenitalia afferma di non avere obiettivi propri ma di effettuare i treni notturni solo perché lo stato li paga. Al viaggiatore interessa il risultato finale: i treni notturni sono stati ridotti di numero e amputati. A questo proposito, anche per agevolare i confronti internazionali, sarebbe utile sapere quanto riceveva Trenitalia dallo Stato per effettuare i treni notturni fino al 2011 e di quanto è stato tagliato il contributo.
Terzo punto. "I treni notturni non sono stati affatto eliminati, ma ne è stata ridotta la percorrenza ai soli tratti effettivamente notturni". Prendiamo atto che mentre in tutta Europa è possibile effettuare treni notturni da 800 chiometri, Trenitalia non è più in grado di portare in una notte un treno da Milano a Bari.
Veniamo alle numerose osservazioni sui prezzi. Che in Europa esistano (non solo per i treni notturni) offerte famiglia nettamente più convenienti di quelle italiane, non è una novità: per quello Fabbretti chiede di limitare il confronto a "biglietti senza limitazioni" (osservo per altro che il 99% dei biglietti dei voli low cost ha queste "limitazioni"). Confermo dunque che per le offerte più convenienti, viaggiare di notte in Francia (e in altri Paesi) è spesso più economico che in Italia. Non solo.
Fabbretti dimentica due punti importanti: 1) la nuova offerta AV+Notte di Trenitalia non è confrontabile con un notturno normale perché è più scomoda (costringe a un cambio, spesso in piena notte). 2) Se vogliamo fare confronti dei prezzi con Francia e Germania, dovremmo considerare anche il livello del potere d'acquisto, che in quei paesi è nettamente superiore. Sia per chi compre il biglietto (a parità di costo in euro, una famiglia italiana spende una percentuale maggiore del suo stipendio) che per chi produce il servizio: vogliamo confontare gli stipendi dei ferrovieri italiani con quelli francesi o tedeschi?
In conclusione, apprezzo che il Dr. Fabbretti saluti con favore l'ipotesi di mettere a gara i servizi notturni; credo che l'utilizzo di gare pubbliche anche per altri servizi (per esempio quelli regionali) sia in grado di ridurre i costi e/o migliorare la qualità dei servizi.
Andrea Malan

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