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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2012 alle ore 13:02.

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Il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino non fece alcun «tentativo serio» di tornare «almeno in prossimità della nave» dopo essere sbarcato mentre erano ancora in corso le operazioni di abbandono nave da parte dei passeggeri. Lo rileva il gip di Grosseto nella sua ordinanza.

Altro personale ed ufficiali si adoperavano sulla nave per aiutare i passeggeri e ciò «smentisce oggettivamente» l'impossibilità dichiarata dal comandante Francesco Schettino di gestire il soccorso a bordo.

Quella del comandante è stata una «manovra sconsiderata» nell'«eccessivo avvicinamento all'isola». Non solo: ha «sottovalutato» il danno alla nave, ritardando poi l'allarme. "La deviazione di rotta e l'accostamento a 0,28 miglia di distanza marina dalla costa dell'isola è stata ammessa anche dal comandante nel corso dell'interrogatorio di garanzia, affermando di essersi accorto unicamente mediante i suoi riflessi visivi che vi era uno scoglio in sporgenza con il quale la nave andò ad impattare sul fondo".

Per il gip "sussistono i gravi indizi in ordine ai reati ipotizzati dalla pubblica accusa a carico di Schettino Francesco come emerge dagli atti con particolare riferimento alla prima informativa della Guardia costiera di Porto Santo Stefano del 14 gennaio 2012, alle sommarie informazioni testimoniali rese dai membri del personale di bordo, dal cronologico eventi della Capitaneria di Porto di Livorno, dalla registrazione Ais agli atti, all'annotazione di polizia giudiziaria della Capitaneria di Porto di Livorno".

Il giudice ritiene «non sussistente un concreto pericolo di fuga dell'indagato» così come quello di inquinamento probatorio. Per il gip, Schettino non può avvalersi della sua posizione gerarchica per influenzare le dichiarazioni testimoniali degli ufficiali e del personale di bordo circa l'accadimento dei fatti. Secondo il giudice è concreto invece il «pericolo di recidivanza in delitti a sfondo colposo perpetrati ai danni di terze persone affidate alla cura e responsabilità del soggetto indagato per il ruolo e l'attività svolta», si legge ancora nell'ordinanza.

Per il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, che ha giá annunciato l'intenzione di «impugnare, fare ricorso avverso» contro il provvedimento del gip, oltre che il possibile pericolo di fuga, il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino potrebbe «inficiare l'attivitá istruttoria» mantenendo «contatti con persone della catena di comando».

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