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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2012 alle ore 09:39.

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FRANCOFORTE. Tre candidati, dalla Spagna, dal Lussemburgo e dalla Slovenia, sono in corsa per una poltrona nel consiglio esecutivo della banca centrale europea. La discussione per la sostituzione dello spagnolo José Manuel Gonzalez-Paramo, in scadenza a maggio, inizia lunedì a Bruxelles alla riunione dei ministri finanziari europei e si preannuncia tutt'altro che facile, con una possibile spaccatura nord-sud, che andrebbe ad aggiungersi a quelle già verificatesi negli ultimi mesi sull'acquisto dei titoli di Stato da parte dell'istituto di Francoforte.

La Spagna, che come gli altri grandi dell'Eurozona (Germania, Francia e Italia) ha occupato fin dalla nascita della Bce uno dei sei posti nel consiglio esecutivo, ha avanzato la candidatura del 63enne Antonio Sainz de Vicuna, che lavora alla Banca fin dalla sua fondazione ed è capo dell'ufficio legale. Il Governo spagnolo dava nei giorni scorsi per scontata la sua nomina e ha ottenuto l'esplicito appoggio della Francia all'incontro fra il presidente Nicolas Sarkozy e il nuovo premier Mariano Rajoy. Come membro dello staff e per di più come non economista, Sainz è apparso però una scelta debole, dopo che era circolato il nome di Jaime Caruana, ex governatore della Banca di Spagna e attuale direttore generale della Banca dei regolamenti internazionali.

La rivendicazione del posto da parte della Spagna ha incontrato la netta resistenza dei 'piccoli', oltre che dei 'nordisti', visto che la presidenza e la vicepresidenza sono, con Mario Draghi e Vitor Constancio, attribuite attualmente a due 'sudisti', un italiano e aun portoghese. Il ministro delle Finanze olandese, Kees de Jager, ha obiettato pubblicamente alla scelta automatica di uno spagnolo. Il consiglio, ha sostenuto in Parlamento, dovrebbe essere più bilanciato, con un rappresentante della «tradizione monetaria settentrionale». Il candidato di questa linea è il governatore della Banca centrale lussemburghese, Yves Mersch, 62 anni, che è in carica dal 1998 e ha quindi partecipato dall'inizio ai lavori e alle decisioni del consiglio della Bce (del quale fanno parte, oltre ai 6 membri esecutivi, i 17 capi delle banche centrali nazionali). È considerato un ortodosso, molto vicino alla linea della Bundesbank e uno degli oppositori degli acquisti di titoli di Stato italiani e spagnoli.

Il terzo candidato è l'ex governatore della Banca centrale di Slovenia (il primo Paese dell'Est ad adottare l'euro), il 60enne Mitja Gaspari, e potrebbe avere delle chance solo come figura di compromesso.
I piccoli Paesi hanno la possibilità, votando compatti, di bloccare la nomina del candidato spagnolo, ma per per far passare un loro nome avrebbero bisogno dell'appoggio di Germania, Italia e Francia. Sul consiglio Bce si profila quindi un'altra battaglia diplomatica dopo quella, che ha lasciato qualche strascico, attorno all'uscita di scena di Lorenzo Bini Smaghi per far posto a un francese.

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