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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2012 alle ore 13:46.

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Si incontrano al convegno annuale promosso dalla Fondazione Italcementi, a Bergamo, la leader di Confindustria Emma Marcegaglia e quella di Cgil Susanna Camusso. Che commentano il decreto sulle liberalizzazioni varato ieri dal governo Monti, giudicandolo in modo praticamente opposto.

Marcegaglia: il governo ha toccato tutti, vada avanti con la barra dritta
«Le liberalizzazioni sono sacrosante - afferma Marcegaglia - perché non è più possibile che ci sia un pezzo di mondo che combatte ogni giorno, cioè le imprese coi loro lavoratori, e dall'altro un pezzo di mondo che scarica sull'altro eccesso di tariffe, costi e inefficenza. È un tema fondamentale - ha aggiunto - ci saranno gli strilli: e lasciamoli strillare, l'importante è che il governo vada avanti con la barra dritta».

Le liberalizzazioni, ha aggiunto la Marcegaglia, «liberano energie e situazioni di privilegio. E' molto giusto che si siano stati toccati tutti. Non é più possibile che ci sia un pezzo di mondo, fatto da imprese che investono, che stanno sui mercati internazionali e che rischiano di fallire, e un altro pezzo di mondo che vive di tariffe minime e privilegi».
Quanto alle critiche dei partiti, per la presidente di Confindustria «il governo ha toccati tutte le categorie. Forse si potrà fare di più, ma per la prima volta c'è un disegno complessivo sule liberalizzazioni che Confindustria chiede da tempo. Così saremo tutti uguali».

Camusso: allungare l'orario di lavoro deprezza la vita delle persone
Non è dello stesso avviso la leader Cgil: «Le intemperanze liberalizzatrici ci porteranno dei guai», ha detto parlando in particolare degli orari di apertura dei negozi. Ora però al riguardo sono «tutti entusiasti perché si liberalizza tutto». «C'è una tendenza - ha aggiunto Camusso - a dire che bisogna allungare l'orario di lavoro. È di per sé una straordinaria trasformazione, siamo tutti vittime dell'idea che essere costantemente raggiungibili dall'informazione. Ma bisogna riflettere sul fatto che non è forse vero che il problema è occupare tutto il tempo disponibile», bisogna pensare invece che così si «deprezza la cura delle persone, la salute, l'idea che si può avere attività che riguardano il tempo libero, la costruzione della cultura, della lettura».

Camusso ha anche sottolineato come siamo di fronte a una «straordinaria crisi del capitalismo dovuta a un eccesso di rapacità», «da alcuni anni nel nostro paese le disuguaglianze hanno ricominciato a crescere». Ed è «una visione surreale un po' faticosa da digerire» l'idea che il freno alla crescita vada cercata nell'articolo 18. «Quello che apprezzo del governo - ha poi affermato - è che ha iniziato a parlare di diseguaglianza «affrontando il tema della legalità e dell'evasione».

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