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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2012 alle ore 17:06.

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Il pacchetto liberalizzazioni del governo Mario Monti prevede lo scorporo dall'Eni di Snam. Con l'obiettivo, dichiarato dal ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, di favorire «nuovi investimenti e un taglio dei costi» per i cittadini. La separazione, secondo quanto stabilito nella tabella di marcia, da definire comunque nel dettaglio, dovrà essere chiusa entro i prossimi due anni e mezzo.

Lo scorporo è stato deciso dopo che il precedente governo aveva promosso la separazione funzionale delle due società attraverso il modello Ito (Indipendent transmission operator) e che ha trasformato Snam in una holding con quattro società operative controllate (rete, stoccaggio, rigassificazione e distribuzione) gestionalmente divise dal Cane a sei zampe. Questo provvedimento va a rafforzare la misura già adottata e probabilmente accelera un processo che era già nella naturale evoluzione delle cose. Inoltre, consente all'Eni di fare cassa e di deconsolidare 11,3 miliardi di debiti mentre sancisce ufficialmente l'autonomia di Snam che, potenzialmente, potrebbe concentrarsi sul proprio sviluppo internazionale andando a migliorare i sistemi di interconnessione del paese con le fonti di approvvigionamento nel Nord Europa, candidandosi quindi come hub del gas per il Sud Europa. Questo potrebbe contribuire all'efficienza della rete del paese e all'incremento della sua capacità di trasporto.

Cruciale rispetto alla realizzazione del progetto è la scelta del nuovo socio di controllo, in molti auspicano la permanenza di un presidio pubblico.



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