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Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2012 alle ore 08:51.

Per un po' si è temuto che lo sci azzurro avrebbe perso tutti i pezzi. Invece è arrivata la vittoria della maturità per il trentunenne Cristian Deville. Sono gli effetti dello slalom più pazzo della stagione a Kitzbuhel, sulla neve martoriata dalle buche. Ora Deville sogna perché si trova sul secondo gradino del podio nella classifica dei pali stretti: 370 punti contro 545 per Ivica Kostelic. Il croato, con il terzo posto in slalom e i cento punti della combinata, è balzato pure al comando della graduatoria generale, sorpassando l'atleta più contestato del momento.
È Marcel Hirscher, squalificato nella manche decisiva per una netta inforcata. Già nella prima prova era stato eliminato e poi riammesso per un passaggio dubbio. Nella seconda avrebbe dovuto fermarsi. Macché: ha fatto finta di nulla, proseguendo la gara come un missile acrobatico ed esultando al traguardo. Fotocopia di quanto accaduto a Wengen la settimana precedente. Così c'è più di un'ombra sulla giovane punta di diamante degli austriaci. Altro che inforcate fantasma: le vedono tutti tranne lui. Una moviola più precisa ha dimostrato che Hirscher avrebbe meritato la squalifica anche nello slalom del cinque gennaio a Zagabria.
Questa rivelazione ha fatto arrabbiare parecchio gli avversari, soprattutto Kostelic. D'altronde è improbabile che un atleta di Coppa del mondo possa centrare un paletto senza accorgersene. L'unico a godersi il momento di gloria in mezzo a queste polemiche è il nostro Deville. Il terzo italiano a imporsi nello slalom di Kitzbuhel dopo Piero Gros nel 1975 e Alberto Tomba nel 1992 e 1995. Ma le follie di Kitzbuhel hanno contagiato altri azzurri. A Stefano Gross si è sganciato l'attacco sinistro nella seconda manche (era quindicesimo); stesso inciampo incorso pochi minuti dopo a Manfred Moelgg.
Nel frattempo Giuliano Razzoli si era svegliato con una discesa convincente (alla fine sarà settimo), mentre Patrick Thaler si era inchiodato quasi al traguardo, accontentandosi della dodicesima piazza. Quando è spuntato Deville, gli allenatori hanno toccato ferro. Così l'azzurro ha pilotato gli sci nei crateri, traiettorie perfette, vantaggio abissale all'arrivo e primo successo in carriera per il fassano. Poi c'è il podio della gioventù che avanza, quello di Federica Brignone nel gigante di Kranjska Gora disputato sabato. Di nuovo seconda, come a Lienz; quarto risultato di prestigio nella carriera della ventunenne milanese, che ora punta alla vittoria.
Peccato per il sedicesimo posto di Christof Innerhofer sulla mitica Streif, ma va bene così vista la caduta sfiorata e la tormenta di neve che ha costretto gli organizzatori ad abbassare molto la quota di partenza della libera. Ha vinto di nuovo lo svizzero Didier Cuche, l'uomo dei record su questa pista (cinque successi, il primo nel 1998). Proprio a Kitzbuhel aveva annunciato il ritiro a fine stagione: voleva lasciare una zampata e c'è riuscito alla prima occasione.
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