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Questo articolo è stato pubblicato il 24 gennaio 2012 alle ore 14:17.

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Papa Benedetto XVI (Lapresse)Papa Benedetto XVI (Lapresse)

Sembra apprezzare Twitter, o comunque i messaggi brevi che ci si può scambiare tramite i social network, papa Benedetto XVI quando nel messaggio per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (che si celebrerà il 20 maggio), presentato oggi in Vaticano e intitolato "Silenzio e parola: cammino di evangelizzazione", scrive: «Sono da considerare con interesse le varie forme di siti, applicazioni e reti sociali che possono aiutare l'uomo di oggi a vivere momenti di riflessione e di autentica domanda, ma anche a trovare spazi di silenzio, occasioni di preghiera, meditazione o condivisione della Parola di Dio. Nella essenzialità di brevi messaggi, spesso non più lunghi di un versetto biblico - sottolinea Ratzinger - si possono esprimere pensieri profondi se ciascuno non trascura di coltivare la propria interiorità. Non c'è da stupirsi se, nelle diverse tradizioni religiose, la solitudine e il silenzio siano spazi privilegiati per aiutare le persone a ritrovare se stesse e quella Verità che dà senso a tutte le cose. Il Dio della rivelazione biblica - conclude il Papa - parla anche senza parole».
Forse il riferimento è anche ad esempi come quello del cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che dal suo account twitter posta versetti biblici, ma anche aforismi di filosofi e scienziati.

Il pontefice fa un altro riferimento a internet quando sottolinea che oggi «la Rete sta diventando sempre di più il luogo delle domande e delle risposte; anzi, spesso l'uomo contemporaneo è bombardato da risposte a quesiti che egli non si è mai posto e a bisogni che non avverte».
Joseph Ratzinger auspica dunque «una profonda riflessione» che aiuti «a scoprire la relazione esistente tra avvenimenti che a prima vista sembrano slegati tra loro, a valutare, ad analizzare i messaggi; e ciò fa sì che si possano condividere opinioni ponderate e pertinenti, dando vita ad un'autentica conoscenza condivisa».

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