Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 gennaio 2012 alle ore 14:41.

My24
La Costa Concordia, il Titanic e la codardia in mare (Wsj)La Costa Concordia, il Titanic e la codardia in mare (Wsj)

Le storie di mare raccontano di eroi e di codardi. Su una nave che affonda, ci comportiamo “impeccabilmente o deprecabilmente”. Agiamo di “puro impulso” ed è “la bassezza del presunto impulso del capitano Schettino ad aver fatto inorridire il mondo”. Così commenta sul Wall Street Journal la scrittrice inglese Frances Wilson, che ha scandagliato l’animo di un altro controverso sopravvissuto, Joseph Bruce Ismay, il proprietario del Titanic che saltò su una scialuppa di salvataggio con donne e bambini, lasciando 1.500 passeggeri a bordo (“La Costa Concordia, il Titanic e la codardia in mare”).
La Wilson, autrice del libro “Come sopravvivere al Titanic, ovvero l’affondamento di J. Bruce Ismay”, pubblicato in Gran Bretagna la scorsa estate e in questi giorni negli Stati Uniti, scrive che la storia del Titanic è stata “stranamente” rivissuta fin nei particolari nella tragedia della Costa Concordia (c’è anche l’ipotesi che dei ricchi russi abbiano pagato per avere un posto sulla scialuppa. E i passeggeri di prima classe ebbero la precedenza durante il naufragio del Titanic).

In un’intervista di due anni fa, ricorda la Wilson, il capitano Francesco Schettino aveva detto che non gli sarebbe piaciuto essere nella stessa situazione del capitano del Titanic. Come il comandante del Titanic, Edward Smith, anche Schettino aveva grande fiducia nella “grandezza” della nave. Di recente aveva affermato che al giorno d’oggi “tutto è più sicuro che in passato e siamo meglio preparati”.
Ma non è a Smith - che affondò con la nave “e quindi divenne un eroe” - che Schettino assomiglia bensì a J. Bruce Ismay, figlio del fondatore della White Star, che partecipò al viaggio inaugurale del Titanic. Arrivato sano e salvo a terra, Ismay, 49 anni, divenne bersaglio di una violenta campagna di stampa, fu bollato come codardo e fu accusato della velocità cui viaggiava il Titanic quando urtò un iceberg.
“Ismay, come Schettino, è diventato l’uomo più odiato del mondo”, scrive la Wilson. La giustificazione di Ismay per l’essere sopravvissuto a un incidente, considerato come colpa sua, era di essere solo “un comune passeggero” e non un membro dell’equipaggio. Ma le inchieste lo indicarono come una sorta di “super-capitano”: “Il proprietario della nave nomina il capitano, ha potere sul capitano e quindi è responsabile delle azioni del capitano”.

Su una nave che affonda, vengono a galla i nostri istinti. L’ufficiale della guardia costiera (Gregorio De Falco) che ha ordinato a Schettino di tornare a bordo è diventato “un idolo nazionale”, osserva la Wilson. In netto contrasto con il presunto comportamento di Schettino, l’eroe del Titanic, il secondo ufficiale Charles Lightoller raccontò come il capitano gli avesse ordinato di stare con le donne e i bambini nella scialuppa e invece lui saltò di nuovo a bordo. Agì di “puro impulso”.
Mentre la paura dilaga e la gente si prepara a morire, c’è chi fa “atti coraggiosi e straordinari”. Ma, stando alle accuse, l’impulso di Schettino ne avrebbe mostrato la “bassezza”. “Le navi diventano più grandi, ma gli istinti restano gli stessi”, afferma la scrittrice.
La Wilson ha scritto il libro su Ismay intrecciandone la storia con quella del romanzo “Lord Jim” di Joseph Conrad. “Lord Jim” narra la vicenda di un uomo che saltò già da una nave che affondava e dovette affrontare una vita senza onore. Pubblicato 12 anni prima della tragedia del Titanic, era ispirato a una storia vera, lo scandalo della SS Jeddah che ebbe un incidente mentre trasportava 950 pellegrini alla Mecca, nel 1880, e fu abbandonata dal capitano e dall’equipaggio.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi