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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2012 alle ore 13:20.
L'ultima modifica è del 27 gennaio 2012 alle ore 08:38.
«I mercati stanno esagerando il rischio del debito governativo e questo può andare avanti ancora un po'». Lo ha affermato il presidente della Bce, Mario Draghi, intervenendo al World Economic Forum di Davos .Draghi ha anche affermato che un'Unione fiscale come quella a cui potrebbe arrivare l'Europa sulla base del 'fiscal compact' non comincia dalla condivisione dei rischi fra Paesi, ma da misure interne che restituiscano «fiducia» in alcuni Paesi dell'euro. Sulla volatilità degli spread il presidente della Bce ha detto che questi «sono stati sempre un potente motore per le riforme di diversi Governi e I Paesi devono quindi prendere le misure necessarie per il risanamento».
«Riduzione spread segnale positivo, ma tensioni rimangono»
Relativamente alla riduzione degli spread (oggi il BTp-Bund è sceso sotto quota 400) «é un segnale positivo ma le tensioni sul mercato interbancario non consentono di dire che il sistema sia tornato a funzionare regolarmente». Draghi ha sottolineato come ci siano
«ancora tensioni sul mercato interbancario, le banche non si fidano a prestarsi denaro tra di loro senza passare attraverso la BCE - ha detto - quando torneranno a prestarsi denaro tra di loro potremo dire che il sistema é tornato a funzionare regolarmente». Secondo Draghi, però, «ci sono alcuni segnali positivi come la riduzione degli spread sul debito di alcuni paesi ma é ancora presto per vedere gli impatti sull'economia reale».
Rehn: accordo sulla Grecia entro fine mese, progressi su fondo salva-stati entro G20 febbraio
Sempre da Davos, il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha detto che «se non oggi, l'accordo sulla Grecia sarà comunque fatto entro fine mese. Quindi entro i prossimi tre giorni, che saranno cruciali». Le autorità, ha previsato Rehn, «sono molto vicine a raggiungere un accordo» fra Governo greco e creditori privati.
Nel corso del suo intervento il commissario ha anche detto che L'Europa deve fare «progressi» sul fondo salva-stati entro il G20 di metà febbraio in Messico e allo stesso tempo sempre entro quella data deve «prendere decisioni sulle risorse del Fondo monetario internazionale». «È meglio non mettere alcun numero preciso sul tavolo ora - ha precisato Rehn riferendosi alle varie cirfre circolate sull'ammontare dei fondi - ma quello che è essenziale è che rivisiteremo l'assetto, la combinazione tra il fondo permanente Esm e quello temporaneo Efsf. E in parallelo stiamo lavorando per vedere e decidere un aumento delle risorse del Fondo». Per quanto riguarda il fiscal compact, Rehn ha spiegato che «sarà cruciale per ancorare un nuovo concetto di stabilità per l'Eurozona».
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