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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2012 alle ore 14:55.

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Il movimento No-Tav scende in piazza (Ansa)Il movimento No-Tav scende in piazza (Ansa)

TORINO - Nessun incidente alla manifestazione No Tav di Torino. I timori erano forti dopo che giovedì scorso 26 persone sono state arrestate per le violenze dei mesi scorsi in Val Susa quando era stato aperto il cantiere della linea ad alta velocità. Si temevano infiltrazioni di frange violente ma alla fine tutto è filato liscio. Cori, musica, qualche momento di tensione quando sotto il palazzo della Regione sono stati accesi alcuni fumogeni, vernice e uova lanciate contro la ex sede del quotidiano 'La Stampa', ma nessun episodio grave.

Cinquemila persone secondo gli organizzatori, 1.500 per la Questura, hanno sfilato sotto la neve nel cuore del capoluogo piemontese. Il corteo si è mosso da piazza Carlo Felice con 45 minuti di ritardo. Variegata la sua composizione: giovani e anziani, famiglie e centri sociali, clown variopinti. La maggior parte provenienti dalla Val Susa, da Torino e dalla provincia, ma anche da Milano e Genova. Le bandiere di Rifondazione comunista, del Partito comunista dei lavoratori, i vessilli bianchi con il simbolo No Tav. Presenti anche alcuni amministratori della valle.

Tanti gli slogan, tema comune: la solidarietà ai 26 arrestati. «No Tav una garanzia per il futuro» è lo striscione che apre la sfilata. Dietro sei carriole con dentro «le macerie dalla Valsusa», tronchi, involucri di lacrimogeni, mattoni e filo spinato. E poi tanti altri striscioni : «Liberi tutti, liberi subito», «Il No tav non si arresta», «Torino e cintura sarà dura».

Nel mirino dei manifestanti il procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli, che ha coordinato l'inchiesta che ha portato agli arresti, la Polizia, il governo dei banchieri, i giornalisti e i fotografi «pericolosi per la libertà».
Arrivati davanti al palazzo della Regione, in piazza Castello, i manifestanti hanno scaricato il materiale trasportato con le sei carriole. «Abbiamo riportato una piccola parte delle macerie e delle loro porcherie che hanno portato in Val Susa», ha detto il leader del movimento No Tav, Alberto Perino.

Fischi contro i politici, i clown cantano e ballano di fronte all'imponente schieramento delle forze dell'ordine, fumogeni e un po' di tensione. Poi il corteo vira verso via Po e piazza Vittorio Veneto, dove si scioglie. Pericolo scampato.

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