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Questo articolo è stato pubblicato il 29 gennaio 2012 alle ore 08:10.

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DAVOS
«Dopo Doha: il futuro del commercio globale» è il titolo di uno dei dibattiti del Forum economico mondiale. In effetti il dopo Doha Round probabilmente è cominciato ieri proprio qui a Davos. Forse, però, più che nel dibattito è iniziato nella riunione ministeriale organizzata senza alcun clamore, a lato del Forum, dal ministro svizzero dell'Economia Johann Schneider-Ammann e dal direttore generale della Wto Pascal Lamy.
Diciassette i Paesi presenti, a cui vanno aggiunti Unione europea (con il commissario Karel De Gucht) e appunto Svizzera e vertice Wto. Tra gli altri, c'erano Stati Uniti (con il rappresentante al Commercio Ron Kirk), il Giappone, l'India, il Brasile, il Messico, l'Indonesia, l'Australia, il Sudafrica. Unica assente di rilievo la Cina, per via delle festività in patria, rappresentata però da Hong Kong. Altre volte la Svizzera e la Wto hanno cercato di sbloccare a Davos i negoziati del Doha Round per la liberalizzazione dei commerci. Non ci sono mai riusciti, ma questa volta hanno spento i riflettori e abbassato molto il tiro. Senza cercare l'annuncio, semmai una via d'uscita pratica.
E qualcosa hanno portato a casa, secondo fonti attendibili, vicine agli organizzatori. In pratica il consenso della ventina di ministri e rappresentanti governativi sul fatto di non restare fermi sul multilaterale, di non sottoscrivere solo accordi bilaterali o regionali, in attesa che riparta nei prossimi anni un Doha Round 2 o un Round con un altro nome. Sono stati indicati anche alcuni filoni concreti su cui vi potrebbero essere negoziati multilaterali: procedure doganali semplificate, no a discriminazioni nei transiti commerciali, più regole comuni con i Paesi in via di sviluppo, rinnovo dell'accordo sui prodotti ad alta tecnologia.
Poco in confronto al programma di ulteriore liberalizzazione dei commerci contenuto nello schema globale del Doha Round. Molto in confronto al nulla che si rischia ora sul piano degli accordi multilaterali, visto che il Doha Round è di fatto finito in un vicolo cieco per i contrasti tra i Paesi industrializzati e tra questi e i Paesi in via di sviluppo, a loro volta divisi. Nella conferenza ministeriale di dicembre a Ginevra si è infranta l'ultima speranza di poter procedere con il "vecchio" Doha Round. Come detto da alcuni partecipanti al mini vertice, a Davos ieri si è tenuto acceso il lumicino del multilateralismo e delle future liberalizzazioni. Con minimalismo, comunque con alcune proposte concrete. Nei prossimi mesi si vedrà se il lumicino potrà diventare almeno una candela più robusta.
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