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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2012 alle ore 16:08.

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Oscar Luigi Scalfaro (Ansa)Oscar Luigi Scalfaro (Ansa)

"Grande sopravvissuto della politica italiana", "tradizionalista" fino a essere "bacchettone", uomo "integro" e presenza "rassicurante" nel tumultuoso periodo di Tangentopoli, conservatore che ebbe sempre una "relazione difficile" con Silvio Berlusconi. Così sulla stampa estera viene ricordato Oscar Luigi Scalfaro, presidente della Repubblica dal 1992 al 1999, morto domenica a Roma all'età di 93 anni.

E' il Guardian a definirlo "grande sopravvissuto della politica italiana": sopravvisse alle turbolenze degli anni di Tangentopoli e "fluttuando sulle macerie della Prima Repubblica, emerse come il supremo garante della Seconda Repubblica e l'incarnazione della continuità politica".

Nella didascalia sotto la foto di Scalfaro, il Guardian ricorda che lo soprannominavano "bacchettone" e che era bersaglio dei vignettisti. Donald Sassoon cita l'episodio che gli diede notorietà negli anni '50, quando in un ristorante di Roma rimproverò pubblicamente una giovane donna a spalle scoperte. E ricorda che nel governo Scelba, Scalfaro fu "responsabile per la censura teatrale e cinematografica". Negli anni '60 – continua il Guardian - fu tra i democristiani dissidenti che si opponevano all'alleanza con i socialisti, nel 1974 "aderì entusiasticamente alla campagna per abolire il divorzio", negli anni '80 la sua immagine era quella di "un onesto dinosauro" e, mentre la Prima Repubblica volgeva al termine, si trovò nella posizione ideale per "l'apoteosi che coronò la sua carriera". Durante il suo mandato "fu più interventista dei suoi predecessori" e "contenne le ambizioni di Berlusconi di presentarsi come il salvatore d'Italia e bloccò le sue ambizioni" favorendo prima il governo Dini e poi, nel 1996, il governo Prodi.

Per il Times, Scalfaro è stato un "pezzo grosso" della politica italiana della storia repubblicana. Il quotidiano britannico ne sottolinea l'integrità e ricorda che era uno dei padri fondatori della Costituzione italiana del dopoguerra.

Il Times insiste in particolare sulla difficile relazione con Berlusconi, che Scalfaro considerava un "borioso parvenu". Il reciproco sospetto sfociò in "aperta ostilità" quando il governo Berlusconi cadde nel 1994. Scalfaro considerava suo dovere prolungare la vita del Parlamento, mentre Berlusconi, dopo la defezione della Lega Nord, premeva per elezioni anticipate. "Scalfaro rimase in pessimi rapporti con Berlusconi per il resto della sua vita" e come senatore si oppose ai tentativi del Cavaliere di rafforzare i poteri del Primo Ministro.

Vari siti della stampa francese riprendono i lanci d'agenzia dando rilievo alle parole del presidente Giorgio Napolitano (Les Echos: "Esempio d'integrità morale"; Nouvel Observateur: "Era uno dei rari uomini politici ad avere occupato le tre principali cariche del Paese").
El Pais sottolinea che Scalfaro fu "garante della Costituzione italiana". "Combatté contro il separatismo e lottò contro la mafia". Juan Arias lo descrive come "acerrimo difensore della Costituzione repubblicana". La sua presidenza "visse i momenti più critici dei continui scandali di corruzione che ricevettero il nome di Tangentopoli e che spazzolarono via dalla scena buona parte della classe politica italiana". "Oppositore a oltranza" di Berlusconi, continua El Pais, Scalfaro "criticò le sue frivolezze, i suoi eccessi e in particolare, il suo scarso rispetto delle leggi italiane".
Il New York Times presenta Scalfaro come "una presenza rassicurante in un periodo turbolento". Fu presidente nel "tumultuoso periodo" degli anni '90 segnato dallo scandalo per corruzione che fece cadere un'intera classe politica. La sua carriera fu "inestricabilmente legata" alla Democrazia Cristiana, ma – osserva Elisabetta Povoledo - Scalfaro assistette anche al declino del suo partito, uno dei tanti a essere sopraffatti dall'indagine "Mani Pulite". La sua biografia ufficiale sul sito del Quirinale, nota il Nyt, ricorda che fece un enorme sforzo "per rincuorare il Paese e rassicurare gli osservatori internazionali sulla saldezza delle istituzioni italiane".

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