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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2012 alle ore 14:25.

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BRUXELLES – Si discuterà della situazione economica dell'Unione nel consiglio europeo oggi a Bruxelles. Ma la drammatica crisi greca non potrà non essere tema di discussione tra i 27 capi di stato e di governo. Nei giorni scorsi la Troika ha inviato ai governi un pre-rapporto da cui emergono tutte le preoccupazioni delle tre organizzazioni internazionali che stanno monitorando il risanamento dei conti in Grecia.

Nella loro relazione di dieci pagine, la Commissione, il Fondo monetario internazionale e la Banca centrale europea spiegano chiaramente che il paese mediterraneo sull'orlo del fallimento non è riuscito in questi mesi a recuperare il ritardo accumulato nel 2010 e nel 2011. Tra le altre cose, chiedono maggiori dettagli sulla riduzione della funzione pubblica (150mila posti in meno da qui al 2015).

Sempre su questo versante, la Troika sostiene la necessità di migliorare l'efficienza della raccolta delle tasse, rafforzando il controllo degli uffici centrali su quelli periferici. Si legge nel pre-rapporto: "E' necessario nominare un nuovo segretario generale dell'amministrazione tributaria, che dovrebbe provenire dall'esterno e dovrebbe avere profonda esperienza" in questo delicatissimo settore.

Addirittura, la Troika crede che bIsognerebbe sostituire i dirigenti della funzione pubblica che non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati; imporre una rotazione automatica ai funzionari dell'amministrazione tributaria; emendare il codice penale in modo da punire con maggiore facilità chi accetta mazzette; adottare un sistema di protezione per coloro che denunciano fatti di corruzione.

Sul fronte previdenziale, la Troika fa notare che il 50% dei medicinali rimborsati dal sistema sanitario pubblico è generico, con prezzi bassi (e che vi è quindi spazio per ridurre l'esborso di denaro pubblico). Sul versante delle privatizzazioni, le organizzazioni internazionali chiedono al governo Papademos di individuare "due o tre grandi società da vendere sul mercato nel secondo trimestre del 2012".

La Troika è anche convinta che la Grecia dovrebbe introdurre nuove leggi per migliorare la flessibilità dei salari, ridurre il costo del lavoro non salariale, liberalizzare molte professioni (abrogando per esempio tariffe minime per gli avvocati), eliminare ostacoli burocratici all'export,
Il pre-rapporto della Commissione, della Bce e dell'Fmi mette in luce tanto i ritardi della Grecia quanto le preoccupazioni dell'Europa.

Il debito pubblico greco ammonta al 160% del prodotto interno lordo (sale al 260% considerando anche il debito privato). Nel 2011, il deficit è stato vicino al 10% del Pil. Il paese sta negoziando con le banche per ridurre il debito pubblico di 100 miliardi di euro. I partner internazionali sono pronti a offrire altri 30 miliardi, che però rischiano di non essere sufficienti (si parla di un buco di 15 miliardi).

In questo contesto, la Germania - prima di garantire nuovo denaro - vuole assicurarsi di poter meglio controllare il processo decisionale in Grecia, e ha proposto la nascita di un commissario europeo con potere di veto sulle scelte politiche ad Atene. La Grecia non vuole, la Commissione tentenna. Mentre oggi i capi di stato e di governo discuteranno di come rilanciare l'economia europea, il caso greco continuerà a preoccupare.

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