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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2012 alle ore 06:39.

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Atene non è riuscita finora, nonostante il varo di un Governo tecnico e le minacce tedesche di commissariamento, a mettere a posto i conti né a rilanciare la competitività perduta con la realizzazione delle riforme strutturali.
Nei giorni scorsi la troika (Bce, Ue e Fmi) ha reso noto un drammatico rapporto da cui emergono tutti i ritardi nel risanamento dei conti della Grecia che viaggia con un debito da 357 miliardi. Commissione, Fmi e Bce mettono il luce gli sforamenti e le mancanze di Atene che in questi mesi non è riuscita a recuperare il ritardo accumulato nel 2010 e nel 2011. La troika chiede di fare qualcosa di più sulla riduzione dei 680mila dipendenti pubblici, ribadendo che la richiesta di tagliarne 30mila nel 2011 è fallita (se ne sono andati in pensione anticipata solo 15mila), e che è necessario raggiungere l'obiettivo di 150mila posti in meno nel 2015. La troika chiede anche di migliorare l'efficienza nella raccolta delle imposte, rafforzando il controllo degli uffici centrali su quelli periferici. «Occorre nominare un nuovo segretario generale del l'amministrazione tributaria, che dovrebbe provenire dall'esterno», dice senza mezzi termini il rapporto su un settore che finora assomiglia a un colabrodo.
La troika vuole sostituire i dirigenti della funzione pubblica che non raggiungono gli obiettivi; imporre una rotazione automatica ai funzionari del fisco per evitare collusioni; rendere più stringenti le norme anti-corruzione inasprendo le sanzioni penali per chi accetta mazzette (che oggi è una specie di sport nazionale); adottare sistemi di protezione per chi ha il coraggio di denunciare la corruzione. Ce la farà Atene?
Il rapporto fa notare che solo il 50% dei medicinali rimborsati dal sistema sanitario pubblico è generico, quindi con prezzi più bassi: la proposta è di aumentare la quota per ridurre le spesa pubblica.
Sul versante delle privatizzazioni, la Ue chiede a Papademos di individuare «due o tre imprese da mettere sul mercato in tempi brevi», così da rendere credibile l'obiettivo di 50 miliardi di nuove entrate da cessioni pubbliche entro il 2015.
La troika è anche convinta che la Grecia dovrebbe eliminare i salari minimi e liberalizzare i taxi, le professioni liberali (abrogando le tariffe minime per gli avvocati) e le farmacie. Tutti obiettivi socialmente incandescenti.
Atene intanto continua a negoziare con l'Iif di Charles Dallara che raccoglie le maggiori banche del mondo per tagliare il debito pubblico di 100 miliardi di euro. Ue e Fmi hanno messo sul piatto 30 miliardi, che però rischiano di non essere sufficienti (si parla di un buco di 15 miliardi).
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