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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2012 alle ore 06:37.

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La manovra "Salva Italia" dell'esecutivo guidato da Mario Monti è "credit negative" nel settore immobiliare, per quanto sia da considerare "credit positive" in termini generali: parola di Moody's Investors Service, nel giudicarne gli effetti sul piano dei rating che assegna.
Se a metà dicembre l'agenzia aveva salutato con favore l'annuncio del pacchetto di misure di austerità come testimonianza dell'impegno del premier a «ricondurre le finanze pubbliche su un piede di sostenibilità», ieri gli analisti della stessa società di rating hanno sottolineato la «tendenza in deterioramento» per gli Rmbs (residential mortgage-backed securities) legata proprio ai sacrifici imposti agli italiani sul reddito e sulle proprietà possedute. Moody's rileva che il mercato Rmbs è rimasto stabile nel trimestre a tutto novembre 2011, ma il pur lieve incremento di inadempienze e default segnala un trend in peggioramento. Una tendenza che – ritiene – non potrà che accentuarsi, tanto da autorizzare un outlook negativo per il comparto: l'agenzia si attende infatti che l'economia italiana si contragga dell'1% nel 2012 dopo un modesto aumento dello 0,6% l'anno scorso e che il tasso di disoccupazione salga all'8,8% dall'8,2% del 2011. «L'aumento della disoccupazione causerà un aumento delle inadempienze dei debitori», afferma l'agenzia, secondo cui «il pacchetto salva-Italia ridurrà il reddito disponibile delle famiglie tra minori benefit e tasse più alte». In più «i prezzi immobiliari probabilmente soffriranno a causa della maggiore imposizione sulle proprietà» e «il calo dei prezzi accrescerà le perdite sugli immobili ipotecati». Questo linguaggio ha innescato ieri qualche equivoco: alcuni siti e agenzie di stampa si sono spinti a dichiarare che Moody's avrebbe bocciato l'austero Monti, quasi si fosse convertita alle teorie espansioniste rispetto a quelle rigoriste. Una conversione da escludere, visto che nello stesso giorno l'agenzia ha bacchettato il Giappone per aver rinviato di un anno la scadenza della prima fase del suo piano di consolidamento fiscale. C'è chi ha persino sbagliato la traduzione del termine "delinquencies" sostenendo che secondo Moody's il pacchetto salva-Italia farà aumentare la criminalità: in realtà il riferimento era a una prevedibile crescita dei mancati pagamenti di rate o al massimo del numero di insolvenze.
Fonti di Moody's invitano a «non decontestualizzare» il rapporto rilasciato ieri: si tratta di un lavoro specifico che riguarda l'analisi di strumenti finanziari e transazioni nel credito immobiliare, per lo più in base ai dati di fine novembre e a spiegazione di alcune misure non univoche sui rating prese a dicembre. Così si spiega anche la relativa generosità nella stima di un calo del Pil 2012 dell'Italia limitato all'1%, quando il 19 gennaio il Fmi è stato ben più drastico nel prevedere una contrazione pari al 2,2%.
Ieri, nel suo Weekly Credit Outlook l'agenzia ha anche mostrato freddezza nei confronti delle banche dell'Eurozona: il supporto della Bce non va considerato una panacea e anzi è "credit negative" perché, pur riducendo i rischi di default, le indurrà a rimpiazzare debito in scadenza con i fondi collateralizzati della banca centrale. Dal fronte caldo delle agenzie di rating, infine, è arrivata una piccola schiarita da Fitch, la quale ha reso noto che non massacrerà i rating aziendali dopo aver tagliato, il 27 gennaio, la sua valutazione sul debito sovrano italiano da A+ ad A- con outlook negativo. Anzi, ha chiarito che gli Idr corporate (Issuer default ratings) non sono di per sè influenzati dalla mossa. Fitch ha però declassato di un gradino i "senior unsecured debt ratings" di alcune utility (Enel, Terna, Acea) allineandoli ai (confermati) Idr. Quanto al bond lanciato dall'Eni con successo il 27 gennaio, Fitch gli ha assegnato un senior unsecured rating di A+, in linea con il rating complessivo del cane a sei zampe superiore a quello nazionale.
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