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Questo articolo è stato pubblicato il 01 febbraio 2012 alle ore 06:42.

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ROMA
Le larghe alleanze e le scelte condivise non entrano in Rai. Alberto Maccari resta al Tg1 e Alessandro Casarin va alla Tgr, entrambi a stretta maggioranza, quella assicurata dal centro-destra, con il voto contrario dello stesso presidente Paolo Garimberti che commenta: «Questa governance condanna la Rai all'ingovernabilità» e si appella alle istituzioni e all'azionista, il Tesoro. Cinque voti su nove hanno deciso le direzioni della testata con il maggior ascolto a livello nazionale e delle testate regionali della Rai con le elezioni amministrative in vista. Nino Rizzo Nervo annuncia subito le dimissioni dal Consiglio di amministrazione in una lettera inviata al presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli. Sono proprio le sue dimissioni a giustificare la richiesta di un intervento dell'azionista da parte di Garimberti. Nel Partito democratico è il segretario Pierluigi Bersani a scendere in campo in prima persona: «Non staremo di certo fermi davanti a coloro che vogliono vedere distrutta un'azienda pubblica». Matteo Orfini, responsabile comunicazione del Pd, aggiunge: «Il Governo ha il dovere, in quanto azionista, di prevalere dei veti, dovrebbe intervenire direttamente».
Per l'esecutivo guidato da Monti si apre una delle partite più delicate, che rischia di spaccare verticalmente la maggioranza che lo sostiene, più forse delle liberalizzazioni e del decreto "salva Italia". Il Governo Monti si è detto pronto, da febbraio in poi, a varare un provvedimento sulla governance e sull'evasione del canone, ma anche ricevuto diversi "stop" dagli esponenti del Pdl, che invocano la competenza parlamentare sulla governance Rai, invocando anche le sentenze della Corte Costituzionale. Il Cda di ieri ha anche dato mandato alla struttura di acquisizione dei diritti sportivi di partecipare alla gara per i mondiali di calcio del 2018 e del 2022.
La spaccatura nel vertice non sembra facilmente rimarginabile. Il presidente della Rai, Paolo Garimberti, sottolinea «la pervicacia con cui si sono portate avanti le nomine al Tg1 e alla Tgr dimostra che non si tratta di nomine di emergenza ma di nomine che hanno spaccato il Consiglio. Il direttore generale aveva preso altri impegni al momento del primo interim ad Alberto Maccari». Lorenza Lei, direttore generale, rivendica «l'autonomia delle scelte e spiace che possano essere interpretate con logiche che non mi appartengono, come dimostrano ampiamente tutte le scelte assunte in questi nove mesi da direttore generale della Rai».
«Le recenti decisioni assunta dal Consiglio di amministrazione - scrive Rizzo Nervo al presidente della Vigilanza - a strettissima maggioranza, che hanno visto in dissenso anche il presidente rappresentano per me l'ultima e insanabile ferita inferta all'autonomia del servizio pubblico dai condizionamenti asfissianti della politica. I cittadini ai quali è richiesto il pagamento di un canone non possono essere lesi nel diritto di avere una televisione pubblica di qualità, imparziale e autonoma dai partiti. L'attuale delicatezza della situazione economico-finanziaria dell'azienda - continua Rizzo Nervo - e l'evoluzione anche tecnologica dei mercati impongono scelte strutturali e strategiche tempestive che soltanto un vertice indipendente, che non sia continuamente paralizzato da pressioni e veti esterni, può adottare».
Secondo Antonio Verro – che ha presentato ieri le proprie dimissioni da deputato del Pdl che saranno votate oggi dall'assemblea di Montecitorio (era stato proclamato parlamentare il 17 gennaio scorso dopo la rinuncia del sindaco di Brescia Adriano Paroli) – «ho votato le nomine proposte perché basate sulla valorizzazione di indiscusse e valide risorse interne. Maccari e Casarin sono dei professionisti stimati che hanno trascorso una vita in Rai». Qualcuno in Rai si domanda perché non di simili professionalità interne non si è minimamente tenuto conto quando si è nominato Augusto Minzolini alla direzione del Tg1.
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LE DECISIONI

Sì alle proposte del dg Lei
Su proposta del direttore generale Lorenza Lei il consiglio di amministrazione della Rai ha dato il via libera alla nomina di Alberto Maccari alla guida del Tg1 fino al 31 dicembre (con diritto di recesso per l'azienda) e a quella di Alessandro Casarin (vicino alla Lega) alla Tgr
Le nomine sono passate a maggioranza per cinque voti a quattro: a favore Antonio Verro, Guglielmo Rositani, Angelo Maria Petroni, Giovanna Bianchi Clerici e Alessio Gorla; contro il presidente Paolo Garimberti e i consiglieri Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten e Rodolfo De Laurentiis
Per protesta Rizzo Nervo si è dimesso. Van Straten ha annunciato che deciderà oggi. Verro, invece, ha rifiuta l'incarico di parlamentare Pdl per rimanere nel consiglio

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