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Questo articolo è stato pubblicato il 01 febbraio 2012 alle ore 06:37.

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ROMA.
La parola d'ordine è dialogo. Per arrivare a una riforma che consenta di sbloccare il mercato per dare più occupazione «di qualità» ai giovani e alle donne, perché non solo trovino un buon posto di lavoro ma si ritrovino nelle condizione di garantirsi meglio la loro «occupabilità».
Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, torna sul tema centrale della sua agenda alla vigilia dell'incontro riconvocato per domani e lo fa nel corso dell'audizione davanti alle commissioni riunite Affari costituzionali e Lavoro della Camera, dove ha illustrato le sue linee programmatiche in materia di pari opportunità. La giornata offre diverse occasioni di cronaca – dai dati Istat sulla disoccupazione (all'8,9%, con quella giovanile oltre il picco del 31%) al primo via libera di Montecitorio al milleproroghe – e li ministro non se li lascia sfuggire.
Si parte dalla disoccupazione, «la principale preoccupazione» dice il ministro, che rende ineludibile una riforma che il governo farà. La riforma del lavoro «la pensiamo proprio per aumentare l'occupazione. Vorrei che la gente lavorasse» dice il ministro che, interpellata sull'incontro di giovedì con sindacati e imprese, osserva: «Vediamo giovedì, non é il caso di fare congetture oggi su ciò che sarà giovedì. Noi lavoriamo perché ci sia un bel dialogo».
Per fronteggiare l'emergenza lavoro si muove anche l'Europa: la task force anti-disoccupazione della Commissione sarà in Italia entro febbraio. E di una azione urgente, su più livelli, a sostegno dell'occupazione e per valorizzare industria e Pmi, il premier Mario Monti ne ha discusso a Bruxelles con i vicepresidenti della Commissione Antonio Tajani, Olli Rehn e Joaquin Almunia. Su questo fronte di attenzione Fornero è totalmente allineata a Monti e lo dice chiaro: «la task force in arrivo – spiega – rappresenta un'occasione in più di collaborazione, altro che preoccupazione per forme di commissariamento che non esistono». L'Europa è pure il riferimento da cui è partito il ministro per ribadire il suo «no» a qualsiasi ipotesi di marci indietro sulla riforma delle pensioni dopo l'approvazione (con ritocchi) del decreto milleproroghe.
La riforma delle pensioni, spiega Fornero, rappresenta «un intervento su una situazione che non era semplicemente di crisi, che non era solo la recessione che abbiamo, ma su una situazione di vera emergenza finanziaria. Nasce da una transizione lunga 20 anni». Ed ha rappresentato, ha proseguito il ministro, «uno degli elementi che in Europa hanno considerato con maggiore attenzione e su cui hanno dato credito, come volontà di cambiare la situazione. Tornare indietro sarebbe pericolosissimo».
Sulle pensioni non si torna indietro non solo perché la riforma ha convinto in pieno Bruxelles e i vertici dell'Eurotower ma, anche, perché senza quel punto fermo non si può procedere con la riforma del mercato del lavoro. Che al modello previdenziale deve adattarsi a partire dagli ammortizzatori sociali, che non potranno non essere aggiornati alla luce dei nuovi requisiti introdotti per uomini e donne. «Spero che la riforma degli ammortizzatori sociali possa essere un risultato della riforma più ampia del lavoro» spiega il ministro perché tutti «andiamo incontro al rischio di perdere un lavoro, al rischio di avere un lavoro episodico, al rischio di avere un lavoro mal remunerato. La società deve attrezzarsi non solo con trasferimenti» ma anche «con disegni di distribuzione del rischio, cosicchè i soggetti sui cui grava il rischio possano avere un giusto, equo indennizzo».
Sulle pari opportunià il ministro ieri ha presentato un documento programmatico che va ben oltre gli ambiti del mercato del lavoro. «Un dato che è sotto gli occhi di tutti - ha affermato - è il grave ritardo culturale, di apertura mentale che il nostro Paese presenta in tema di pari opportunità, nell'accesso ai diritti rispetto alle diversità, che sono molte tra le persone e che non possono essere motivo di discriminazione. Il mio impegno è pieno. I diritti - ha detto - sono importanti e l'impegno contro le discriminazioni e contro chi le fa sorgere deve essere massimo». Fornero ha anche inviato una lettera-richiamo al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, per chiedere una presenza equilibrata di uomini e donne nella giunta capitolina, dove le donne sono solo 2 su 12 assessori: Sveva Belviso e Rosella Sensi. Pronta la replica del sindaco, secondo il quale serve una legge per garantire questo equilibrio tra sessi: «Potrei osservare che anche nel suo Governo – ha scritto – il numero delle donne nominate ministro è di 3 su 18, ovvero lo stesso rapporto della mia Giunta».
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