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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2012 alle ore 06:36.

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Se ieri Piazza Affari è apparsa la più tonica fra le borse europee, con un rialzo del 2,76%, il merito è ancora una volta delle banche italiane. I titoli del credito, il cui settore pesa in misura preponderante sul listino milanese, in giornata hanno compiuto un balzo del 6%. Molto meglio del +3,77% messo a segno in media dalle banche europee. Nel dettaglio, Banco Popolare ha guadagnato il 10,9%, Mps il 10,2%, Popolare di Milano il 9,4%, Ubi il 7,3%. Ma ottime sono state anche le performance di Intesa Sanpaolo (+5,5%) e Unicredit (+4,8%).
Cosa c'è dietro questo rialzo? I propellenti agli acquisti ieri erano due. Il primo, più strutturale, è legato all'andamento dei BTp. Il rally dei prezzi delle obbligazioni di Stato sta rendendo più appetibili agli occhi degli investitori i titoli delle banche nostrane, i cui portafogli sono ricchi proprio di governativi italiani. Si sta assistendo, in sostanza, a un'inversione del meccanismo che nei mesi scorsi, a causa del tracollo dei BTp, ha messo in crisi le banche tricolori, polverizzandone i valori borsistici. Dallo scorso 9 gennaio, ad esempio, da quando cioè il prestito agevolato (al tasso 1%) erogato dalla Bce agli istituti del Vecchio Continente ha iniziato ad affluire in maniera impetuosa nel sistema interbancario lo spread italiano è caduto da 529 a 386 punti base. Nel contempo le banche italiane sono salite del 38%, quelle europee "solo" del 19%.
Il secondo motivo è di tipo tecnico-normativo. Martedì Banca d'Italia ha cambiato le norme sui rimborsi (o riacquisti) degli strumenti di capitale. Allineando le regole agli standard europei, Palazzo Koch ha in sostanza rimosso l'obbligo, per le banche che vogliano rimborsare anticipatamente (o riacquistare) bond ibridi, di sostituirli con altri equivalenti. Così Bankitalia rende più convenienti i buyback di strumenti che possono aiutare a rafforzare il patrimonio di vigilanza, peraltro proprio in un momento in cui le banche sono chiamate dall'Eba a migliorare i propri coefficienti patrimoniali. Il vantaggio per gli istituti è chiaro. Complice la crisi, il prezzo di mercato dei titoli Tier1 e Tier 2 è caduto pesantemente sotto quello nominale. Quindi, in caso di riacquisto di questi titoli, si genererebbero importanti plusvalenze che si sommerebbero al capitale netto delle banche, riducendo così i deficit evidenziate dall'Eba. Secondo i calcoli di Exane, le plusvalenze potenziali vanno dai 573 milioni netti per Banco Popolare ai 497 di Intesa, ai 390 di Mps. Per gli istituti, si tratta insomma di un'ottima occasione per colmare svantaggi competitivi nei confronti degli istituti europei. Anche se, va detto, il successo di queste operazioni è direttamente proporzionale alla velocità con cui verranno lanciate: il mercato ha fiutato l'occasione e, non a caso, i prezzi degli ibridi stanno salendo.
luca.davi@ilsole24ore.com
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