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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2012 alle ore 09:25.

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LUGANO - Nella giornata in cui il Governo elvetico, dopo le notizie sull'incriminazione della banca Wegelin negli Stati Uniti, ha ribadito di voler concludere un accordo fiscale complessivo con gli Stati Uniti, l'autorità antitrust, che in Svizzera si chiama Commissione della concorrenza (Comco), ha aperto un'inchiesta nei confronti delle due maggiori banche elvetiche, Ubs e Credit Suisse, oltre che di dieci banche estere. Il sospetto è che vi siano stati accordi di cartello per influenzare i tassi di interesse Libor e Tibor, con l'obiettivo di maggiori guadagni nelle operazioni su derivati.

Oltre alle due grandi banche svizzere, gli altri gruppi nel mirino della Comco sono Bank of Tokyo-Mitsubishi UFJ, Citigroup, Deutsche Bank, HSBC, JP Morgan Chase & Co, Mizuho Financial, Rabobank, Royal Bank of Scotland, Société Générale e Sumitomo Mitsui Banking Corporation. La Comco ha inoltre affermato di aver aperto inchieste anche su altri intermediari finanziari.

L'indagine sarebbe partita da un'autodenuncia. Molti trader di derivati attivi in diverse banche avrebbero influenzato, attraverso accordi, i tassi di riferimento Libor (London Interbank Offered Rate) e Tibor (Tokyo Interbank Offered Rate) per determinate valute. Questi tassi sono stabiliti dalle associazioni bancarie e dovrebbero rappresentare il livello degli interessi sul mercato interbancario.

Attraverso l'intesa di cartello i negoziatori avrebbero falsato, a loro vantaggio, i tassi di riferimento. Parallelamente, i trader sotto inchiesta si sarebbero accordati sulla differenza di corso tra l'acquisto e la vendita di derivati. In tal modo avrebbero venduto ai clienti questi strumenti finanziari a condizioni anomale per il mercato. Un portavoce di Ubs ha dichiarato ad agenzie di stampa che la banca prende molto seriamente l'inchiesta e che coopererà in pieno con le autorità.

Un caso simile era già emerso in Giappone. Lo scorso dicembre l'Agenzia nipponica dei servizi finanziari aveva ordinato la sospensione temporanea delle attività delle filiali giapponesi di Ubs e Citigroup, entrambe attive nella negoziazione di prodotti derivati. Le due filiali sono accusate di aver tentato di manipolare i tassi interbancari. Nel marzo scorso, inoltre, il quotidiano britannico Financial Times aveva indicato che le autorità britanniche, americane e giapponesi stavano indagando su tutte le banche che avevano partecipato alla fissazione del Libor in dollari fra il 2006 e il 2008.

Intanto, sempre in Svizzera, l'autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) ha annunciato di aver formalmente avviato un procedimento amministrativo nei confronti di Ubs. La Finma vuole stabilire il grado di adeguatezza dei controlli messi in atto dall'istituto per prevenire e individuare le operazioni di negoziazione non autorizzate. Le indagini sono scattate dopo l'arresto a metà settembre scorso di un trader londinese di Ubs, sospettato di aver causato alla banca svizzera un buco valutato in 2,3 miliardi di dollari. Gli esponenti della Finma sono in contatto con i colleghi inglesi della Uk Financial Services Authority (Fsa). Su questo versante Ubs, che è anche parte lesa considerando la perdita subito attraverso operazioni non autorizzate, ha affermato di essere stata informata degli ultimi sviluppi. In base alle norme vigenti, la banca non può però fornire altri dettagli sul caso. L'istituto ha aggiunto comunque di essere già impegnato nel miglioramento dei controlli.

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