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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2012 alle ore 08:13.
ROMA
Un emendamento correttivo al Senato, su cui sarebbe già al lavoro l'Ufficio legislativo di via Arenula, per attenuare il principio della responsabilità civile con citazione diretta del magistrato, e rimediare così al passo falso del Governo, che giovedì si è fatto cogliere di sorpresa alla Camera sul fronte delicatissimo della violazione del diritto da parte dei giudici. Questa la linea che intende seguire la Guardasigilli Paola Severino nei prossimi giorni: dal momento che una proposta di soppressione tout court del contestato emendamento 30.052 "anti-giudici" del leghista Gianluca Pini potrebbe arrivare solo da un parlamentare, l'idea è quella di sfumarne i contenuti. Per evitare che l'Italia diventi l'unico Stato avanzato in Europa in cui si prevede la responsabilità diretta del magistrato.
Ma soprattutto per renderli più aderenti alla sentenza Ue che nel novembre scorso ha censurato il regime italiano sulla responsabilità dei giudici limitata all'ipotesi di dolo e colpa grave.
Un aspetto, questo, su cui è intervenuto ieri anche il primo presidente della Cassazione, Ernesto Lupo: dopo aver chiarito che «la responsabilità del giudice limita sempre l'indipendenza», Lupo ha respinto ogni connessione tra l'emendamento e la giustizia Ue «che ha condannato il nostro Paese perché ha limitato eccessivamente la responsabilità dello Stato per l'attività giudiziaria, cosa ben diversa dalla responsabilità diretta del giudice».
Dopo aver bocciato a caldo l'idea di una "riforma spot" sulla responsabilità civile – per di più, votata passando per un emendamento alla Comunitaria – il Guardasigilli sembra quindi rassegnato ai numeri espressi da Montecitorio nonostante la contrarietà di Governo: 264 a favore, 211 contrari.
Ai numeri non si rassegna invece il Pd, che insieme all'Italia dei Valori costituisce il fronte dei contrari senza se e senza ma. La norma sulla responsabilità civile dei giudici «è sbagliata e va cambiata», ammonisce Anna Finocchiaro, presidente dei senatori Pd ed ex magistrato, chiedendo di abbassare i toni. «Il gruppo del Pd al Senato lavorerà per cambiare questa disposizione che, al di là della possibile incostituzionalità, è inopportuna e intimidatoria nei confronti dei magistrati».
A confermare la necessità di modifiche, ma con un tono più preoccupato per il futuro del Governo, anche il segretario Pd Luigi Bersani che in colloquio con il Capo dello Stato ha ricordato la lealtà del suo partito al Governo - «votiamo anche se non condividiamo le decisioni al 100%» - mentre il Pdl cerca slealmente di riproporre vecchie maggioranze.
Preoccupata anche per l'Italia dei Valori, pronta a «registrare con sgomento che per colpire in modo vendicativo i magistrati, giovedì è tornata in auge la stessa maggioranza berlusconiana che ha approvato vergognose leggi ad personam distruggendo questo Paese».
Equidistante, sul punto, la posizione Udc, ottimista sulla possibilità di trovare in Senato una «soluzione condivisa». Per il leader Udc, Pierferdinando Casini, «fissare un principio di responsabilità civile dei magistrati è un fatto di civiltà», anche se le modalità scelte dalla Camera costituiscono «un grande errore: sa di persecutorio nei confronti dei magistrati».
Sul fronte opposto, che vede di nuovo insieme Popolo della Libertà e Lega, Maurizio Paniz (Pdl) preannuncia la conferma a Palazzo Madama del voto di Montecitorio, «salvo che non si trovi un accordo per un testo che ridisciplini in maniera più precisa le ipotesi della responsabilità. Una norma scritta meglio sarebbe infatti più in linea con l'obiettivo di mantenere l'indipendenza della Magistratura e salvaguardare allo stesso tempo il principio della responsabilità dei magistrati».
Difficile, in questo scenario, trovare una via d'uscita che ricostruisca una maggioranza parlamentare e dia spazio alle ragioni dei due schieramenti.
Che la questione sia eminentemente politica, lo si capisce dai toni accesi e dagli argomenti usati nel confronto. E dalla minaccia di sciopero già avanzata dall'Associazione dei magistrati, che il 7 febbraio riunirà il suo parlamentino proprio per chiedere il ritiro dell'emendamento Pini.
Dopo aver lasciato per mesi il campo ai tecnici, la politica della giustizia si riprende la scena, su un nodo che attende di essere sciolto sin dal Referendum del 1987.
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IL CONFRONTO INTERNAZIONALE
Regno Unito
Vige il principio della judicial immunity: i giudici sono esenti da responsabilità per atti compiuti nell'esercizio delle loro funzioni. L'immunità è a tutela dell'indipendenza