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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2012 alle ore 08:14.
MILANO
«Sono stati notati pregiudicati calabresi intenti ad osservare il lavoro della Commissione d'accesso di Ventimiglia, con atteggiamenti e finalità tipici degli ambienti malavitosi della regione di origine»: con queste premesse - scolpite nella relazione riservata che il prefetto di Imperia, Fiamma Spena, il 20 ottobre 2011 ha consegnato alla Commissione parlamentare antimafia, era difficile pensare che il Comune non venisse sciolto.
Così ieri il Consiglio dei ministri ha deliberato, su proposta del ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, lo scioglimento del consiglio comunale di Ventimiglia, nel quale sono state riscontrate forme di condizionamento da parte della mafia.
Sono così due i municipi - nel raggio di 5 km - che in appena 11 mesi sono stati sciolti in provincia di Imperia per infiltrazioni mafiose: il 10 marzo 2011 toccò a Bordighera. Solo 72 ore fa il Tar del Lazio ha respinto il ricorso dell'ex sindaco di Bordighera, Giovanni Bosio, contro lo scioglimento.
Da quello che si apprende il sindaco di Ventimiglia, Gaetano Scullino, non sarebbe intenzionato a percorrere la strada del collega presso il Tribunale amministrativo ma sarebbe pronto a riportare «la sua versione dei fatti». Voci che circolavano poche ore fa negli uffici comunali parlavano di presunte difformità relative alle modalità di redazione e presentazione della relazione prefettizia.
Lo scioglimento giunge a distanza di 18 mesi dall'esposto dell'Associazione "Casa della legalità" di Genova presentato non solo in relazione alla possibile presenza di infiltrazioni mafiose a Ventimiglia ma anche nei Comuni di Castellaro e Vallecrosia. «Sono soddisfatto - dichiara Christian Abbondanza, presidente dell'Associazione, che oggi vive sotto scorta per le continue minacce di morte - perché lo Stato ha dimostrato di esserci. Attendiamo ora di sapere se le nostre denunce su possibili pressioni sulla municipalizzata Civitas e negli appalti saranno confermate in tutta la loro evidenza. C'è poi la parte relativa all'eventuale infiltrazione nell'ufficio licenze del Comune».
Grande interesse ora è sul ruolo che sarà configurato per le famiglie di 'ndrangheta che qui sono presenti dal 1947, quando Ernesto Morabito, considerato contiguo alla cosca Piromalli, fu spedito in Liguria. Negli anni successivi venne affiancato da Antonio Palamara e dai fratelli Francesco (deceduto il 19 novembre 1998) e Giuseppe Marcianò. Proprio quest'ultimo e la sua famiglia sono sotto i riflettori. Il prefetto Spena, scrive a pagina 4 della sua relazione consegnata alla Commissione antimafia, «che è un punto di riferimento per la malavita locale». Non solo. Prosegue il prefetto: «Con la società cooperativa Marvon, intestata alla moglie Angela Elia, è inserito nell'ambito dei lavori del costruendo porto di Ventimiglia». Non è finita qui perché, a esempio, nel 2008 Marvon - iscritta alla Camera di commercio di Imperia il 1° marzo 2006 e attualmente in liquidazione - si è aggiudicata 11 su 17 lavori affidati dalla municipalizzata Civitas ed è stata tra i fornitori di servizi non solo per il Comune di Ventimiglia ma anche per quello di Bordighera.
Sonia Alfano, eurodeputata Idv e relatrice della risoluzione recentemente approvata a Strasburgo sulle mafie nell'Unione europea, commentando lo scioglimento del consiglio comunale ha affermato che «dà prova non solo della enorme pervasività delle mafie nel nord, ma anche della evidente capacità delle organizzazioni criminali mafiose, riconosciuta dalla Commissione europea oltre un anno fa, di spingersi al di là dei confini nazionali. Nel caso specifico sarebbe una leggerezza trascurare una circostanza fondamentale: Ventimiglia è una città di frontiera».
http://robertogalullo.blog.
ilsole24ore.com
IL DOCUMENTO PRESENTATO ALL'ANTIMAFIA
L'allarme pregiudicati calabresi
Il prefetto di Imperia, Fiamma Spena, il 20 ottobre 2011 ha consegnato alla Commissione parlamentare antimafia una relazione riservata che parlava di sospette infiltrazioni mafiose nel comune di Ventimiglia.
In particolare, il prefetto scriveva: «Sono stati notati pregiudicati calabresi intenti ad osservare il lavoro della Commissione d'accesso di Ventimiglia, con atteggiamenti e finalità tipici degli ambienti malavitosi della regione di origine»