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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2012 alle ore 16:21.

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Luca Mercalli (LaPresse)Luca Mercalli (LaPresse)

«Non so quali siano le fonti del sindaco di Roma. Non so a chi abbia chiesto le previsioni meteo. L'unica cosa che posso dirle, è che se le avesse chieste a me gli avrei detto della neve in arrivo a Roma. Oggi posso dire a lui e agli amministratori di tutta Italia che il freddo resterà tutta la settimana. Sarà ovunque, diffuso da nord a sud, con minime anche a quota -20. Le nevicate saranno concentrate soprattutto sul versante adriatico, nella zona dell'appennino romagnolo».

Luca Mercalli, torinese, presidente della Società meteorologica italiana e celebre per le sue "lezioni" sul clima alla trasmissione di Rai 3 "Che tempo che fa", è sorpreso dall'uscita del sindaco di Roma, che stamattina ha chiesto una commissione d'inchiesta «perché non c'è un servizio di previsioni adeguato».

Professor Mercalli, non avete previsto la neve?
Non è vero che la neve non è stata prevista. Anzi, è vero il contrario. Sull'ondata di freddo che ha investito l'Italia è stato creato un caso mediatico: se ne sta parlando così tanto che, quasi, non ha senso. Quella di Alemanno mi sembra un'uscita di sicurezza buffa: tra le scuse che poteva trovare, ha usato la meno adatta.

Se fosse stato lei, al posto di Alemanno, che cosa avrebbe detto ai Romani?
Avrei parlato con molta chiarezza. Facendo la seguente domanda. «Cari romani, tenere in piedi un servizio di sgombero neve a Roma costa milioni di euro. Questo costoso sistema, rimarrebbe inutilizzato per la maggior parte del tempo, e tornerebbe utile per uno, due giorni, ogni 5-10 anni. Che cosa preferite? Che io aumenti le vostre tasse per un servizio che utilizzeremo un paio di volte ogni 5-10 anni, oppure quando capita, e quando per fortuna i meteorologi ci avvertono, decidiamo di convivere con un servizio a regime ridotto, magari decidendo di restare a casa, di prenderci un giorno di ferie dal lavoro?».

A nessuno piace pagare più tasse. Ma l'idea che la neve possa bloccare una città rischia di essere altrettanto impopolare…
Guardi, il mio approccio è statistico. Se si osserva il periodo più recente, diciamo l'ultimo trentennio, che poi è il periodo standard su cui si prendono in genere le decisioni basate sulla statistica climatologica, vediamo che le nevicate importanti su Roma si sono fatte meno frequenti: ci sono state solo quelle del 6 gennaio 1985 con 15 cm e dell'11 febbraio 1986, con ben 23 cm.

In seguito la neve si è vista - con depositi di 1-3 cm e quasi subito fusi una volta caduti - il 6 febbraio 1991 e il 12 febbraio 2010. Quindi potremmo dire che nel periodo più recente una nevicata di 8 cm come quella di ieri non accadeva dal 1986, ovvero 26 anni.

Quindi?
Torno a chiedere: vale la pena spendere milioni di euro per pretendere di vivere una giornata eccezionale con gli standard di libertà e mobilità cui siamo abituati in condizioni normali?

Sotto una nevicata, allora, in città dove capita ogni 20-30 anni, l'unico consiglio possibile è "vivere con lentezza"?
Credo che sarebbe l'unico approccio razionale. Tollerare un servizio a regime ridotto costa molto meno, sul piano economico, rispetto a un costoso piano di rimozione neve. E richiede sacrifici non enormi, per periodi di 24-48 ore, ogni 20-30 anni, appunto…

Ripeto, se fossi un amministratore l'unica cosa che farei sarebbe approntare un piano per garantire i servizi essenziali: come l'erogazione della corrente e il funzionamento degli ospedali. Perché dovremmo accanirci sull'idea di vivere Roma, sotto la neve, come se fosse Oslo? Di mantenere tutto perfetto, funzionante, quando non è possibile farlo. E poi, non possiamo dimenticare che…

Dica, professore?
A Roma 10 centimetri di neve hanno creato il caos anche perché la circolazione, in città, è nel caos pure nei giorni in cui il sole splende alto nel cielo.

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