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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2012 alle ore 11:27.

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È convinzione consolidata, diventata ormai senso comune, che la verità dei fatti viene inquinata, e spesso stravolta, dal contesto in cui è raccontata. In questo periodo, diciamo pure "nero", di spread che sale e scende, di aumento della disoccupazione, di navi che spiaggiano tragicamente, la neve che ammanta il nostro paese viene letta come un'immane sciagura.

Eppure, tra gli ovvi disagi che sta creando, si vedono in giro ragazzini festosi per le strade che provano a costruire pupazzi, che si rincorrono lanciandosi palle bianche, insieme a molti adulti i quali non disdegnano di improvvisare slittini e filare giù per le discese. Nessun paragone con i disastri a cui abbiamo assistito in seguito alle recenti alluvioni e straripamenti dei fiumi. Giusti gli allarmi e le precauzioni messi in atto, ma la spinta quasi automatica a enfatizzare negativamente questo fenomeno atmosferico tutto sommato innocuo, ci rivela uno stato d'animo generale ansioso e spossato da uno stress che viene da più lontano. Certo, l'Italia non è quasi mai preparata a fronteggiare i capricci, talvolta violenti, della natura.

Da Roma in giù molto raramente si assiste a un rovescio nevoso di tale portata, e questo sta creando problemi mai prima affrontati. Ma di qui a dipingere con tinte e toni apocalittici la placida furia della neve che cade giù dalle nuvole, è andare oltre ogni misura. Forse, se in Italia le cose andassero meglio sul piano sociale ed economico e i suoi cittadini non fossero abituati ad aspettarsi comunque il peggio, questa grande nevicata verrebbe vissuta anche con animo sereno, se non proprio pascoliano.
Naturalmente giornali, televisioni e siti internet, intercettando il clima depressivo di questo periodo, lo dilatano facendo coincidere l'accanimento di un destino avverso sul piano vitale con quello del cielo freddo dei giorni della merla. Non è la fine del mondo se vengono rinviate le partite di calcio, se qualche telefonino non prende, se mezzi pesanti e treni restano bloccati dalla tempesta meteorologica. Non è certo la prima volta, sia quando fa molto caldo che quando fa molto freddo, che le persone meno protette subiscono dei danni.

È qui che il nostro paese, normalmente dalle stagioni temperate, mette in scena la sua storica incapacità di prevenire gli effetti dannosi del tempo. Bisogna pur dire che in questo stesso stato d'animo esasperato, rientrano gli allarmi lanciati da chi attribuisce tutta la responsabilità di quanto sta accadendo agli sconvolgimenti degli equilibri ecologici. In parte sarà anche vero, ma serve a poco piangere sin da ora.
Sicuramente un po' di buonsenso ci restituirebbe un quadro più sereno e obiettivo della realtà delle cose. È proprio vero che di notte tutte le vacche sono nere.

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