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Questo articolo è stato pubblicato il 07 febbraio 2012 alle ore 06:39.

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ROMA
Si aggrava la posizione giudiziaria del senatore Luigi Lusi, l'ex tesoriere della Margherita accusato di essersi appropriato di 13 milioni di euro dei Dl tra il 2008 e il 2011. Dai documenti contabili del partito emergerebbero irregolarità già dal 2007. Lo hanno denunciato ieri, presentandosi spontaneamente alla Procura di Roma, Gaetano Troina, Giovanni Castellani e Mauro Cicchelli, i membri del collegio dei revisori che il 10 giugno dello scorso anno diedero il via libera all'approvazione del rendiconto 2010 e del bilancio preventivo 2011 della Margherita. «Abbiamo scoperto degli artifici contabili - spiega Troina - dei fagioli fatti passare per patate. Per questo siamo andati dai pm, ai quali abbiamo consegnato dei documenti. Ci siamo accorti che dietro a certe cifre c'era un'altra verità. Abbiamo sottolineato che per noi le cose che non vanno sono cominciate nel 2007». I revisori hanno detto al procuratore aggiunto Alberto Caperna e al pm Stefano Pesci di avere sottoposto a nuova analisi la contabilità dei Dl dopo l'esplosione del caso Lusi. «Siamo saltati sulla sedia – racconta Troina – perché abbiamo capito di esser stati tratti in inganno. Anche se va tenuto presente che non abbiamo le funzioni ispettive di un collegio dei sindaci di una società. Noi ci limitiamo a controllare la destinazione dei contributi per i rimborsi elettorali. Non potevamo vedere le spese conclusive. La società TTT (quella utilizzata da Lusi per distrarre i fondi del partito, ndr) non aveva la luce intorno. Non potevamo capire prima se ad una indicazione corrispondeva una cifra che è poi tutt'altra».
Il ciclo delle audizioni a Piazzale Clodio proseguirà con il presidente del Comitato di Tesoreria dei Dl, Gianpiero Bocci, l'amministratore della TTT, Paolo Piva, e i partecipanti all'Assemblea che il 20 giugno dello scorso anno ha approvato i conti del partito. A partire da Luciano Neri, Pierluigi Castagnetti, Enzo Carra e Renzo Lusetti, che manifestarono, anche pubblicamente, perplessità sui documenti sottoposti all'approvazione dell'Assemblea. Anche Lusi sarà presto interrogato di nuovo. Gli sarà chiesto se tra i Dl ci fosse qualcuno interessato a chiudere un occhio su quanto faceva perché, in qualche modo, beneficiava dei fondi da lui gestiti. Le indagini puntano a verificare se il senatore, ieri espulso dal Pd, abbia beneficiato di coperture. I magistrati hanno già acquisito tutti i documenti contabili del partito relativi alla gestione di Lusi. Che vede complicarsi sempre più il proprio percorso processuale. Se da un lato è probabile che nei prossimi giorni i pm provvederanno a formalizzargli ulteriori contestazioni, dall'altro tarda ad arrivare l'accordo con la Margherita per la restituzione, almeno parziale, del maltolto. Si continua a trattare sulla base dei 5 milioni che Lusi ha offerto di restituire. Ieri, sulla questione, c'è stata una nuova riunione in Procura. Presenti, oltre ai pm, Luca Petrucci, difensore dell'ex tesoriere, e Titta Madia, legale dell'ex presidente della Margherita e attuale leader dell'Api, Francesco Rutelli. Tramite il suo avvocato, Lusi, che la scorsa settimana si è visto respingere una prima garanzia fideiussoria, ha proposto di garantire la restituzione della somma con un pegno sulle quote della TTT e della Immobiliare Paradiso, le società titolari, rispettivamente, del lussuoso appartamento in via Monserrato, a Roma, e della villa a Genzano (sono entrambi gravati da mutuo) acquistati attraverso i soldi sottratti ai Dl. L'avvocato Madia, a nome della Margherita, si è riservato di valutare la proposta da un punto di vista tecnico-giuridico e di dare una risposta a breve.
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LA VICENDA

Sottratti 13 milioni
L'inchiesta che coinvolge l'ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, nasce due mesi fa, da una segnalazione della Banca d'Italia relativa a una movimentazione sospetta da parte della società TTT per l'acquisto di un immobile al centro di Roma. Si tratta di un lussuoso appartamento in via Monserrato pagato 1,9 milioni dalla società. Che risulta essere di Lusi. Gli investigatori scoprono che tra il 2008 e il 2011 l'ex tesoriere si è appropriato indebitamente di 13 milioni dei Dl, investendoli in immobili (la casa a Roma e una villa a Genzano; sui Castelli romani) e in società canadesi
Il 16 gennaio i pm Alberto Caperna e Stefano Pesci convocano l'ex presidente dei Dl, Francesco Rutelli, per avere chiarimenti. Rutelli dice che a occuparsi dei conti era Lusi, di chiedere a lui. Il giorno dopo Lusi, indagato per appropriazione indebita aggravata, ammette subito ogni addebito («Mi assumo la responsabilità di tutto e di tutti»), chiedendo di potere patteggiare la pena e proponendo di restituire ai Dl 5 milioni. L'inchiesta non è conclusa. I pm intendono accertare se Lusi abbia goduto di coperture nel partito e perché

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