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Questo articolo è stato pubblicato il 09 febbraio 2012 alle ore 07:36.

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I creditori privati della Grecia terranno una riunione oggi a Parigi dello "Steering Committee of the Private Creditor-Investor Committee for Greece" per finalizzare l'operazione di swap del debito greco. Lo riferisce al Sole 24 ore Frank Vogl, il portavoce dell'Institute of International Finance (Iif), l'associazione che rappresenta le 450 maggiori banche del mondo. L'Iif è presieduto da Charles Dallara che si avvale del co-presidente per lo Steering committee for Greece, Jean Lemierre di Bnp Paribas.

Altre fonti vicino al dossier, citate da Bloomberg, hanno spiegato che si discuterà principalmente di «dettagli tecnici». Quali dettagli? Alcune indiscrezioni di stampa greca consentono di fare qualche ipotesi abbastanza plausibile per una vicenda che si trascina, tra alti e bassi, dal lontano 26 ottobre 2011, giorno in cui al summit europeo per salvare la Grecia tenuto a Bruxelles, la Merkel e Sarkozy imposero con un braccio di ferro notturno a Charles Dallara di accettare (altrimenti avrebbero lasciato fallire la Grecia) una ristrutturazione ordinata e "volontaria" del 50% del valore facciale dei bond greci in mano agli investitori privati che ne detengono circa 200 miliardi di euro su 357 miliardi complessivi del debito.

Il piano di coinvolgimento degli investitori privati della Grecia, il cosiddetto Psi (private involvemnt sector), è stato definito nei dettagli, secondo quanto riporta il sito del quotidiano finanziario Naftemporiki. Il Governo di Atene si prepara a emettere un bando per gli obbligazionisti greci di tutto il mondo in cui prevede un taglio del 50% del valore nominale dei titoli in loro possesso.

Per il restante 50%, il 15% sarà pagato cash mentre il restante 35% in nuovi bond (swap appunto) con un tasso medio ponderato compreso fra il 3,6 e il 3,75%, con una riduzione di oltre un punto rispetto al 4,8% attuale.
Berlino avrebbe chiesto e ottenuto di ridurre il tasso per arrivare ad aumentare la perdita reale che a quel punto arriverebbe al 65-70% dell'investimento. I governi dell'eurozona puntano anche negoziare con i creditori privati della Grecia anche i rimborsi dei bond in scadenza il 20 marzo. La lista degli 80 bond per i quali verrà proposta la ristrutturazione sarà pubblicata, probabilmente, già mercoledì prossimo.

L'obiettivo del Governo greco è di ottenere un'adesione - che resta volontaria - al 100% perché solo in questo caso sarebbe possibile ridurre il debito attorno ai 100 miliardi di euro. Ancora da chiarire cosa accadrà per il retail, cioè per i piccoli risparmiatori che hanno comprato bond ma che ora non sanno se anche loro devono entrare nello swap oppure restarne fuori.

Se alcuni hedge fund, come più volte preavvisato nei giorni scorsi, dovessero opporsi allo swap volontario, allora il premier greco Lucas Papademos, ex vicepresidente della Bce, potrebbe mettere in pratica quello che nella sua prima intervista concessa al New York Times mesi fa da quando è stato nominato primo ministro, ha minacciato di varare per convincere i recalcitranti ad aderire all'offerta. Atene potrebbe, come suggerito tra gli altri anche dall'Economist, imporre con effetto retroattivo clausole di azione collettiva (Cac) per obbligare tutti i creditori ad aderire alla nuova operazione di scambio sul debito pubblico.
(V.D.R.)

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