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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2012 alle ore 18:47.

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In 10 anni 2.556 morti. Non è il bilancio delle sciagure degli eventi naturali che colpiscono con cadenza regolare il nostro Paese: terremoti, alluvioni e frane che (giustamente) riempiono le prime pagine dei giornali. Ma è l'altrettanto amaro conteggio di vittime che invece fanno poco rumore, e nessuna notizia: i ciclisti che giorno dopo giorno vengono falciati sulle strade italiane.

Ora questa minoranza silenziosa prova a far sentire la propria voce: alcune associazioni, operatori e blog legati alle due ruote hanno lanciato un appello alle principali testate giornalistiche del Paese nel tentativo di sensibilizzare l'opinione pubblica su un tema che rischia di finire dimenticato come le migliaia di vittime. "Salviamo i ciclisti" è il grido di battaglia dell'iniziativa, che ricalca la campagna lanciata dal Times in Gran Bretagna (dove i morti degli ultimi 10 anni sono circa la metà rispetto all'Italia) la scorsa settimana.

Tra le proposte degli aderenti, riunite sotto 8 punti, figurano la segnalazione e la regolamentazione dei 500 incroci più pericolosi del Paese, nuove norme per gli autoarticolati che entrano nei centri urbani (che dovranno dotarsi di allarmi sonori che segnalino la svolta e di specchi supplementari), limiti massimi di velocità nelle aree urbane non dotate di piste ciclabili, ma anche la destinazione del 2% del bilancio dell'Anas alla creazione di nuove piste ciclabili. Nelle ultime ore la lettera sta già facendo il giro della rete via Facebook e Twitter e attraverso l'hashtag #salvaiciclisti.

Ecco il testo completo dell'appello
Gentili direttori del Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa, Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport, Il Messaggero, Il Resto del Carlino, il Sole 24 Ore, Tuttosport, La Nazione, Il Mattino, Il Gazzettino, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Giornale, Il Secolo XIX, Il Fatto quotidiano, Il Tirreno, Il giornale di Sicilia, Libero, La Sicilia, Avvenire.
La scorsa settimana il Times di Londra ha lanciato una campagna a sostegno delle sicurezza dei ciclisti che sta riscuotendo un notevole successo (oltre 20.000 adesioni in soli 5 giorni).
In Gran Bretagna hanno deciso di correre ai ripari e di chiedere un impegno alla politica per far fronte agli oltre 1.275 ciclisti uccisi sulle strade britanniche negli ultimi 10 anni. In 10 anni in Italia sono state 2.556 le vittime su due ruote, più del doppio di quelle del Regno Unito.

Questa è una cifra vergognosa per un paese che più di ogni altro ha storicamente dato allo sviluppo della bicicletta e del ciclismo ed è per questo motivo che chiediamo che anche in Italia vengano adottati gli 8 punti del manifesto del Times:
1. Gli autoarticolati che entrano in un centro urbano devono, per legge, essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi supplementari e barre di sicurezza che evitino ai ciclisti di finire sotto le ruote.

2. I 500 incroci più pericolosi del paese devono essere individuati, ripensati e dotati di semafori preferenziali per i ciclisti e di specchi che permettano ai camionisti di vedere eventuali ciclisti presenti sul lato.

3. Dovrà essere condotta un'indagine nazionale per determinare quante persone vanno in bicicletta in Italia e quanti ciclisti vengono uccisi o feriti.

4. Il 2% del budget dell'ANAS dovrà essere destinato alla creazione di piste ciclabili di nuova generazione.

5. La formazione di ciclisti e autisti deve essere migliorata e la sicurezza dei ciclisti deve diventare una parte fondamentale dei test di guida.

6.

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