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Questo articolo è stato pubblicato il 10 febbraio 2012 alle ore 06:39.

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BRUXELLES. Dal nostro corrispondente
È una partita ancora tutta da giocare quella che l'Unione Europea ha deciso di condurre sulla regolamentazione delle agenzie di rating. Ieri il deputato relatore della questione al Parlamento europeo ha presentato gli aspetti principali di un rapporto che verrà ufficialmente presentato a fine mese e che rischia di rivelarsi controverso per i parlamentari più liberali.
«Il mio obiettivo è di mettere sul tavolo tutti i problemi e di avere una vera discussione», ha spiegato ieri qui a Bruxelles Leonardo Domenici, il deputato del partito democratico che sulla questione è il relatore. Tra le altre cose il parlamentare vorrebbe che si possa impedire alle agenzie di rating di dare voti non richiesti agli Stati membri e che l'Europa si doti della propria agenzia indipendente.
Qualche settimana fa, la Commissione ha presentato un progetto di regolamento che prevede sanzioni per le agenzie di rating. Molti in Europa ritengono che queste società abbiano peggiorato la crisi annunciando declassamenti a ripetizione, nonostante gli sforzi dei Governi per rimettere ordine nella zona euro (si veda Il Sole 24 Ore del 17 novembre). Le proposte di Domenici vanno in questa stessa direzione.
Il deputato, che illustrerà il suo rapporto alla commissione affari economici il 28-29 febbraio, vuole ridurre «l'eccessiva dipendenza dei regolamenti europei alle agenzie di rating», eliminando per quanto possibile nell'acquis communautaire tutti i riferimenti introdotti per motivi regolamentari. Domenici crede inoltre che sia necessaria maggiore concorrenza in questo campo (il mercato è oggi in mano a tre società).
Molti osservatori si chiedono «se mettere al bando i rating sul debito sovrano non richiesti» possa avere un impatto negativo sulla domanda di titoli europei, soprattutto se la strada imboccata dall'Europa non fosse seguita dagli Stati Uniti e da altri grandi Paesi. L'ipotesi di sospendere il rating per i Paesi sotto programma era stata bocciata dai commissari più liberali quando il collegio discusse l'opzione in novembre.
Sempre sul fronte regolamentare, ieri parlamento e consiglio hanno trovato finalmente un accordo sulla contrattazione dei derivati all'ingrosso, imponendo maggiore trasparenza sui tipi di contratto e sui prezzi. Il regolamento di questi delicati strumenti finanziari verrà centralizzato. L'autorità europea di vigilanza dei mercati finanziari, l'Esma, avrà un ruolo importante nel sorvegliare questo delicato mercato.
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