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Questo articolo è stato pubblicato il 10 febbraio 2012 alle ore 06:37.

I ministri finanziari della zona euro hanno espresso ieri sera dubbi sull'accordo di politica economica che i partiti greci hanno trovato ad Atene nella notte tra mercoledì e giovedì. In una riunione dell'Eurogruppo a Bruxelles i ministri delle Finanze hanno imposto nuove assicurazioni al Paese prima di dare il loro sofferto benestare al versamento di nuovi aiuti finanziari.

«L'intesa dovrebbe rispettare i parametri messi a punto dal consiglio europeo in ottobre», ha spiegato il presidente dell'Eurogruppo e premier lussemburghese Jean-Claude Juncker. «Il programma deve essere adottato pienamente attraverso privatizzazioni e riforme». Juncker ha poi aggiunto: «Nonostante i progressi, non tutti gli elementi sono ancora sul tavolo. Nuove misure sono necessarie».
I tre partiti che sostengono il governo del premier Lucas Papademos si sono accordati tra mercoledì e giovedì su un nuovo piano di austerità da 3,3 miliardi di euro, accettato «su base tecnica» anche dalla troika, vale a dire la Commissione, la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale. Con le sue parole, Juncker ha però fatto capire che all'intesa tecnica manca ancora l'essenziale avallo politico.
Prima dell'inizio della riunione di ieri - in rappresentanza dell'Italia era presente il direttore degli affari internazionali del Tesoro Carlo Monticelli (visto che il premier Mario Monti era negli Stati Uniti) - la delegazione tedesca aveva dato il tono della serata. Un consigliere del ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble aveva criticato l'assenza di documentazione da parte greca che permettesse ai governi di capire la situazione.

«Non ci sarà esborso» di denaro «senza adozione» del programma, ha detto in una conferenza stampa Juncker. «Le promesse sono state fatte e rifatte. Ora è giunto il momento dell'adozione del programma». La Grecia deve ridurre l'indebitamento dal 160 al 120% del Pil entro il 2020, soprattutto grazie a una ristrutturazione del debito pubblico («spero possa parteciparvi anche la Bce», ha ammesso il premier lussemburghese).
Juncker ha elencato le condizioni perché l'Eurogruppo possa dare il suo benestare all'esborso di nuovi fondi (il nuovo pacchetto nel suo complesso è di 130 miliardi di euro). I ministri vogliono un voto in parlamento ad Atene sull'accordo di due notti fa (atteso per domenica); «forti garanzie politiche» dei partiti a prendere le misure promesse; e soprattutto l'adozione di nuovi tagli al deficit per 325 milioni di euro nel 2012.

L' Eurogruppo ha anche deciso di dare alla Commissione nuovi mezzi per poter seguire in Grecia l'adozione del programma di risanamento delle finanze pubbliche. In questo senso, Olli Rehn, il commissario agli Affari economici, ha ammesso che la zona euro sta studiando la possibilità di creare un conto bloccato su cui la Grecia avrebbe l'obbligo di versare gli interessi sui prestiti che sta ricevendo dai suoi partner europei.
Juncker ha annunciato una nuova riunione dell'Eurogruppo per mercoledì, quando mancheranno appena cinque settimane ai delicati rinnovi obbligazionari del 20 marzo. Dovrebbe essere l'occasione per il via libera agli aiuti, se nel frattempo la Grecia avrà rispettato le condizioni poste dalla zona euro. Durante la riunione di ieri, a cui ha partecipato per parte greca il ministro Evangelos Venizelos, non sono mancati "scambi vivaci".

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