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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2012 alle ore 15:52.

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Ho conosciuto bruno frizzera (lui lo scriveva così, senza maiuscole) il 17 febbraio del 1993, fresco di laurea. Mi ha aperto la porta del suo ufficio dandomi del "lei" , anche se per pochi minuti. Poi è subito passato ad un più confidenziale dialetto trentino: "'sa falo el papà?" ("che lavoro fa tuo padre?").

Così è iniziato un rapporto umano e professionale durato quasi vent'anni.
Di una cortesia disarmante, decisamente "antica", Bruno Frizzera metteva tutti a proprio agio. Tanto che all'inizio ci misi un po' a capire "chi fosse veramente" quell'uomo.

Nato il 28 aprile 1917 sul lago di Costanza, in Austria, ma originario di Mattarello, Frizzera si è laureato in Economia e Commercio all'Università di Bologna nel 1940, a ventidue anni, nonostante lavorasse già dall'età di 16 anni per la prematura morte del padre. Ha collaborato a lungo con il Ministero delle Finanze, negli anni '50 con Ezio Vanoni, col quale ha predisposto i primi modelli per la dichiarazione dei redditi, negli anni '70 con Luigi Preti, con cui ha dato le fondamenta all'Irpef, negli anni '80 con Bruno Visentini, col quale ha studiato le semplificazioni contabili per le piccole e medie imprese.

Pochi lo sanno, ma Frizzera aveva poi un'autentica passione per il calcolo matematico. Negli anni '50, alla Olivetti di Ivrea, Frizzera realizzò le prime macchine calcolatrici per la partita doppia. Poi l'ingegnoso "regolo commerciale", uno strumento che anticipò le moderne calcolatrici tascabili, e che gli valse un premio alla Fiera delle invenzioni a Bruxelles nel 1958. Una grande passione anche quella della musica, forse vissuta con un po' di rimpianto. Una passione anche quella per le corse automobilistiche, da cui scaturì l'amicizia personale per Juan Manuel Fangio (di cui, inevitabilmente, divenne anche il fiscalista).

Frizzera ha dedicato la sua vita alla divulgazione della scienza tributaria, una missione portata avanti con semplicità e chiarezza.

Frizzera ha sempre ritenuto che un buon sistema fiscale dovesse poggiare su questi due pilastri. Ci ha creduto così tanto da trasformali nei cardini di un metodo editoriale, che da oltre 50 anni è di straordinaria attualità. Una formula che ha fatto del "Sistema Frizzera" l'esperienza di maggior successo nel campo dell'editoria specializzata. L'editoria professionale in Italia oggi significa "Sistema Frizzera", e "Sistema Frizzera" significa Trento.

Ha formato intere generazioni di professionisti, offrendo loro grandi opportunità. Frizzera ha letteralmente "messo la penna in mano" a schiere di giovani.

Una volta gli chiesi se ne avesse ricavato una qualche forma di gratitudine. Non mi rispose, si girò ed aprì un cassetto, dal quale estrasse un foglio con uno scritto di Marco Valerio Catullo: "Se fai del bene a qualcuno, non sognarti neppure di averne in cambio a lui. Senza fine è l'ingratitudine. Il bene che fai è silenzio, anzi fonte di amaro e di male più acuto. Di un uomo che mi è stato nemico, tra i più implacabili, tra i più accaniti, io sono stato il solo vero amico."
Addio, Maestro.

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