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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2012 alle ore 08:13.

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Fabio
Pavesi «Cash and carry». Agli analisti piace chiamarla così. E in fondo molti pensano che la strategia delle banche nei prossimi mesi sarà proprio quella. Cioè raccogliere liquidità dalla Bce al tasso dell'1% e usare questo fiume di denaro per due scopi. Da un lato ridepositarlo presso la banca centrale in attesa di tempi migliori e potendo così contare su cuscinetto di cash di riserva, dall'altro (ed ecco il «carry») acquistare titoli di Stato italiani che pur con i rendimenti in forte discesa rappresentano una buona opportunità di investimento. In fondo si strappa un ritorno tra il 2-3% e comprando BTp si offre anche un sostegno alla domanda. Un circolo virtuoso. Più i BTp sono ben comprati più lo spread sui Bund tedeschi si dovrebbe abbassare, rendendo così meno pericolosa l'esposizione al debito italiano che tanto ha fatto tremare le gambe a molti banchieri nel corso del terribile 2011. Anche il premier Mario Monti ha di recente esortato gli istituti a incrementare le quote di titoli pubblici in portafoglio. Gli analisti di Equita Sim hanno provato a fare i conti sull'operazione di «cash and carry». I risultati sono che il potenziale di incremento dei profitti per il settore bancario in media potrebbe collocarsi attorno al 7 per cento. Per le prime 8 banche italiane si tratta di circa 640 milioni di euro. E sempre per le prime 8 banche del Paese vuol dire disporre acquisti per circa 60 miliardi di titoli del Tesoro italiano. Un controvalore pari a poco meno di un terzo del totale del debito pubblico italiano in pancia ai nostri istituti. C'è chi obietta che così facendo si limita il credito a imprese e famiglie. È possibile ma in questo momento è difficile dimostrare se il credit crunch già in corso è più sul lato dell'offerta di prestiti che non su quello della domanda. E in fondo le banche sanno che dovranno affrontare un 2012 non facile con l'Italia in recessione. Che vuol dire un aumento delle svalutazioni dei prestiti in sofferenza. Quei profitti dal «cash and carry» serviranno di fatto così a tamponare le nuove perdite sui crediti. Quasi un gioco a somma zero.
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