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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2012 alle ore 08:11.

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BRUXELLES. Dal nostro corrispondente
Se c'è un aspetto che è emerso dalla riunione straordinaria di giovedì sera dell'Eurogruppo è l'insofferenza generalizzata nei confronti della Grecia, e non più solo della Germania o dell'Olanda. Il salto di qualità si riflette anche nell'accordo tra la Troika e il Paese, a rischio fallimento se non ricevesse denaro fresco entro il 20 marzo. Il documento di 48 pagine è un'analisi delle lacune dell'economia greca, oltre che un rigido scadenzario delle misure da adottare.
La bozza del memorandum d'intesa, datata 9 febbraio e circolata ieri a Bruxelles, spazia dal risanamento dei conti pubblici alla ricapitalizzazione delle banche, dalla riforma pensionistica alla vigilanza bancaria, dalla politica fiscale al diritto del lavoro. Colpiscono la precisione dei dettagli, i numerosi riferimenti legislativi e le rigide scadenze imposte al governo greco per attuare il programma di riforma dell'economia.
Sul fronte del bilancio, il memorandum d'intesa, ancora oggetto di possibili modifiche, stabilisce che il deficit primario nel 2012 non può eccedere i 2,063 miliardi di euro, mentre nel 2013 e nel 2014 l'attivo primario dovrebbe essere almeno di 3,6 e 9,5 miliardi di euro. Le privatizzazioni, finora deludenti, devono permettere ricavi cumulati di 4,5 miliardi entro il 2012, 7,5 miliardi entro il 2013, 12,2 miliardi entro il 2014 e 15 miliardi entro il 2015.
La Grecia si è presentata all'Eurogruppo di giovedì sera con un nuovo piano di austerità ancora parziale e senza avere messo in pratica misure già promesse. Parlando ai deputati tedeschi in un incontro a porte chiuse rivelato dalla stampa, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha spiegato che secondo gli ultimi calcoli il nuovo programma greco permetterebbe di ridurre entro il 2020 il debito pubblico dal 160 al 136% del Pil (anziché al 120%).
Prima di sborsare nuovi prestiti (il pacchetto complessivo è di circa 130-145 miliardi di euro), l'Eurogruppo ha posto delle condizioni: vuole un voto in Parlamento ad Atene sull'accordo raggiunto giovedì mattina dalla maggioranza al governo (atteso per domani); «forti garanzie politiche» dei partiti a prendere le misure promesse; e l'adozione di nuovi tagli per 325 milioni di euro nel 2012. L'assenza di proposte concrete su questo aspetto ha irritato molti ministri giovedì sera.
La bozza del memorandum d'intesa contiene anche una lista di specifiche misure che devono essere adottate prima del versamento di nuovi aiuti finanziari (si presume significhi entro fine mese, massimo per l'inizio di marzo). Tra queste misure, la riduzione della spesa per medicinali per 1,076 miliardi nel 2012, il taglio degli incarichi di vice sindaco con risparmi per 50 milioni, un calo del 22% del salario minimo.
Nel leggere il documento messo a punto dalla Troika - che raggruppa la Commissione, il Fondo monetario internazionale e la Banca centrale europea - colpisce quanto siano numerose le misure che dovrebbero essere adottate nel giro di pochissimo tempo. Il pacchetto riflette la crescente sfiducia in un governo greco che non è riuscito a mantenere le sue promesse. Conferma anche quanto sia ormai invasivo il controllo reciproco tra i Paesi membri dell'euro.
Ieri ancora la Commissione ha confermato di avere ricevuto dall'Eurogruppo nuovi poteri per meglio assistere e monitorare il governo greco. Il portavoce Amadeu Altafaj ha sottolineato che malgrado l'accresciuto controllo «le responsabilità politiche restano all'Esecutivo greco», respingendo così l'idea che la Grecia sia sotto tutela. Il rapporto però tra il Paese mediterraneo e i suoi partner è ambiguo, e anche questo spiega le ultime tensioni.
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