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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2012 alle ore 06:42.

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ROMA
Giudica la sua espulsione dal Pd affrettata ed arbitraria. Per questo motivo presenterà ricorso al Tribunale civile di Roma. Ad annunciarlo ieri mattina ai microfoni di Radio Città Futura è stato il senatore Luigi Lusi, l'ex tesoriere della Margherita accusato di appropriazione indebita aggravata dalla Procura di Roma per essersi impossessato di 13,5 milioni dei Dl. «Ho deciso di fare ricorso – ha spiegato – perché la decisione del Pd di estromettermi da tutto mi è sembrata fuori dalla misura e dalle regole».
Lusi impugnerà il provvedimento con cui lo scorso 6 febbraio, proprio a causa dell'inchiesta che lo chiama in causa, la commissione dei garanti del Pd, presieduta dal senatore Luigi Berlinguer, lo ha cacciato dal partito, disponendo la sua cancellazione dall'albo degli eletti e dall'anagrafe degli iscritti perché «incompatibile con i principi» del Pd. «Sto vivendo giornate difficili – si è sfogato Lusi intervenendo alla radio – ma ciò che più mi crea problemi è che ho preso un impegno a non parlare. Il fatto di non potere rispondere a numerose stupidaggini che sento e che leggo mi crea numerosi problemi». L'ex tesoriere è anche intervenuto sul tema della riforma del finanziamento ai partiti, tornato alla ribalta proprio per il clamore suscitato dal suo caso giudiziario. «Ho già detto in un dibattito pubblico – ha ricordato – che dovremo cambiare il nostro sistema con quello europeo che è apparentemente più burocratico ma molto più certo dal punto di vista della destinazione delle risorse».
In attesa che l'ex senatore – che davanti ai Pm, il 17 gennaio, aveva detto di «assumersi le responsabilità di tutto e di tutti» – depositi il ricorso al Tribunale civile, sul versante penale le indagini vanno avanti. Il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il pm Stefano Pesci, con l'ausilio degli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, guidati dal generale Virginio Pomponi, stanno passando al setaccio le carte relative ai due conti Bnl intestati alla Margherita e la contabilità della TTT e della Immobiliare Paradiso, le società utilizzate da Lusi per investire parte dei 13,5 milioni. Gli inquirenti intendono verificare se Lusi abbia acquistato altre proprietà, oltre all'appartamento nel centro di Roma e la villa a Genzano fin qui accertati, e se abbia portato parte dei fondi all'estero. Gli investigatori stanno anche ricostruendo i flussi finanziari dei circa 120 milioni transitati per i conti della Margherita tra il 2007 e il 2011 per capire se altri soggetti nel partito abbiano beneficiato delle somme amministrate dall'ex tesoriere in cambio del silenzio sul suo operato.
Terminata questa fase, riprenderà il ciclo delle audizioni e degli interrogatori. Saranno ascoltati, oltre a Lusi, l'amministratore della TTT, Paolo Piva, e alcuni dei partecipanti all'assemblea dei Dl che il 20 giugno dello scorso anno ha approvato i conti del partito. È il caso di Luciano Neri, Pierluigi Castagnetti, Enzo Carra e Renzo Lusetti, che manifestarono perplessità sui rendiconti.
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