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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2012 alle ore 12:21.

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Francoforte - Il presidente della Germania, Christian Wulff, si è dimesso questa mattina travolto da uno scandalo finanziario. Il suo annuncio ha portato tra l'altro alla cancellazione della visita a Roma del capo del Governo tedesco, Angela Merkel, che avrebbe dovuto discutere la crisi dell'eurozona e il caso Grecia con il presidente del Consiglio, Mario Monti, e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

La procura di Hanover aveva chiesto ieri sera che fosse tolta a Wulff l'immunità presidenziale. Il capo dello Stato, sotto pressione da diversi mesi, ha allora deciso di dimettersi, probabilmente spinto dalla stessa signora Merkel, ammettendo stamattina in una conferenza stampa che la fiducia in lui è venuta meno.
Le dimissioni del presidente sono un colpo anche per la signora Merkel, che lo aveva imposto nella carica (che peraltro è poco più che di rappresentanza) quando, nel 2010, il predecessore Horst Koehler aveva a sua volta dovuto lasciare in seguito a dichiarazioni sulla presenza militare tedesca in Aganistan in contrasto con la linea del Governo. Il cancelliere Merkel affronterà la questione della successione a Wulff domattina in un incontro con i leader dei partiti che formano la sua coalizione di maggioranza, la Cdu/Csu e i liberaldemocratici della Fdp. Fra i nomi che si fanno c'è anche quello del ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, molto rispettato, che, secondo indiscrezioni negli ultimi giorni sarebbe entrato in contrasto con la signora Merkel sulla gestione del caso Grecia: il ministro sarebbe infatti più favorevole a un default di Atene, giudicando i politici greci inaffidabili nelle loro promesse di rigore e riforme economiche, mentre il cancelliere teme che il fallimento della Grecia possa avere conseguenze imprevedbili sulla sopravvivenza stessa della zona euro.

L'opposizione dei socialdemocratici e dei verdi presenterà però un suo candidato, invocando tra l'altro il pessimo esito delle presidenze di Koehler e Wulff.
La vicenda di Wulff si trascinava da tempo e si era progressivamente aggravata. Le accuse iniziale riguardavano un finanziamento ottenuto da un imprenditore della Bassa Sassonia, quando il politico democristiano era presidente di quella Regione, per l'acquisto di una villa. Wulff aveva poi cercato di occultare l'operazione. In seguito erano emersi anche altri favori ottenuti da altri uomini d'affari. Ma soprattutto, in una telefonata con il direttore del quotidiano popolare Bild, il più diffuso di Germania e che influenza fortemente la publica opinione, il presidente aveva lanciato delle pesanti minacce nel caso il giornale continuasse a pubblicare notizie sfavorevoli sul suo conto.

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