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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2012 alle ore 09:20.

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ROMA - Nel pacchetto anti-evasione si potrebbe far spazio anche una nuova stretta sulle compensazioni Iva. La grande battaglia condotta in questi anni dall'agenzia delle Entrate contro l'utilizzo indebito dei crediti Iva in compensazione di imposte e contributi e che nei fatti ha consentito al Fisco di evitare uscite per oltre 6 miliardi di euro nel 2010 e altrettanti nel 2011, sarà di fatto intensificata anche nel 2012.

Si starebbe lavorando a una doppia modifica sulle compensazioni. Scende da 10mila a 5mila euro il limite per compensare entro il 16 di ogni mese successivo per il quale è necessaria la preventiva presentazione della dichiarazione o dell'istanza da cui risulti l'importo vantato nei confronti del Fisco.

Allo stesso tempo viene poi dimezzata la soglia che obbliga a passare attraverso i canali informatici dell'agenzia delle Entrate: in pratica, l'utilizzo in compensazione dei crediti Iva (annuali o infrannuali) superiore a 5mila euro (quello attuale è invece di 10mila euro) deve avvenire solo tramite i servizi telematici messi a disposizione dell'Agenzia. Due interventi finalizzati ad assicurare una maggiore «tracciabilità» delle compensazioni, dopo le strette arrivate negli ultimi anni (da ultimo nella manovra estiva del 2010 con il vincolo in presenza di debiti tributari non onorati oltre 1.500 euro). Se le misure allo studio saranno confermate, si applicheranno a partire dalle compensazioni effettuate ai crediti annuali relativi all'anno d'imposta 2011 e ai crediti infrannuali del 2012. Novità in arrivo anche per chi ha la partita Iva e non l'ha utilizzata nelle ultime tre anualità in quanto non ha presentato la relativa dichiarazione Iva. L'operazione di pulizia avviata negli anni scorsi con la possibile chiusura agevolata delle cosiddette "partite Iva morte" è destinata a subire un nuovo impulso.

La norma allo studio prevederebbe l'invio automatizzato da parte dell'amministrazione finanziaria di una comunicazione ai titolari di partita Iva che, anche in presenza di un obbligo, non hanno presentato la dichiarazione con cui comunicare al fisco di aver cessato l'attività. Per sensibilizzare ulteriormente la partita Iva inattiva, la comunicazione del Fisco sarà accompagnata da un vero e proprio invito al pagamento di una sanzione seppur in misura ridotta di un terzo. Al contribuente, inoltre, è concessa la possibilità di indicare al Fisco possibili elementi aggiuntivi a quelli che l'aministrazione può desumere dall'analisi delle informazioni in possesso dell'anagrafe tributaria. Così l'Agenzia potrà procedere alla cessazione d'ufficio della partita Iva. Per i soggetti che al contrario non saranno in grado di presentare valide motivazioni, l'Agenzia nell'effettuare la chiusura d'ufficio della partita Iva procederà anche all'iscrizione a ruolo delle somme dovute dal contribuente nel caso in cui il versamento non sia stato effettuato spontaneamente.

Il Dl in arrivo sarà destinato anche a dar forza di legge alla proroga del termine scaduto ieri per il versamento della patrimoniale sulle attività finanziarie coperte dallo scudo. L'ipotesi oggi più accreditata sarebbe quella di spostare la scadenza di tre mesi e dunque alla metà di maggio, quando necessariamente il nuovo decreto legge avrà superato l'esame delle Camere.

(M. Mo. - G. Par.)

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