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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2012 alle ore 11:24.

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Non è certo la visita improvvisa del premier mongolo che nel 2010 fece saltare l'incontro fra la cancelliera Merkel e l'ex premier Silvio Berlusconi. Con Mario Monti il clima è eccellente e la visita programmata per oggi a Roma doveva servire a rafforzare la collaborazione fra Italia e Germania in vista del prossimo Eurogruppo di lunedì prossimo e del Consiglio europeo del 1° marzo. Ma lo scandalo che ha investito il presidente federale Christian Wulff per prestiti e favori ottenuti quando era governatore della Bassa Sassonia è senza dubbio oggi per la Merkel la priorità delle priorità.

Roma e l'Europa vengono necessariamente dopo. Le dimissioni di Wulff rappresentano infatti un duro colpo anche per la Merkel che ne aveva sostenuto la candidatura nel 2010 per la corsa alla presidenza tedesca.
C'è ora da domandarsi se le vicende interne della politica tedesca possano depotenziare e come l'autorevolezza della cancelliera all'interno del Consiglio europeo e rendere meno credibili le sue pretese di rigore finanziario e impietosa severità inflitti alla dirigenza greca. Lo scandalo Wulff venuto alla luce con un'inchiesta del Bild e soprattutto le pressioni del presidente sul direttore del settimanale per insabbiare le rivelazioni stanno facendo emergere fragilità politiche anche in quel Paese che si era proposto agli altri partner europei non solo come modello di rigore finanziario, ma anche di dirittura morale.

Si tratta, in definitiva, di un duro colpo per tutta l'Unione europea che vedeva in Berlino una guida autorevole e sicura. Ora, forse, non sarà più così e tutti i nemici dell'Europa (e dell'euro) avranno più di qualche motivo per brindare oggi.

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