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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2012 alle ore 16:20.

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Stefano Gross. Foto EpaStefano Gross. Foto Epa

Senza Ivica Kostelic è tutto più facile. Sono punti che pesano come lingotti d'oro per la Coppa del mondo, quelli conquistati da Marcel Hirscher a Bansko (Bulgaria). Doppia vittoria, sabato in gigante e domenica in slalom; 200 lunghezze che proiettano l'austriaco a quota 1025 in classifica generale, appena 18 punti in meno del campione in carica. Kostelic dovrebbe tornare a Kranjska Gora il dieci marzo, ma chissà in quali condizioni. Si è infortunato al menisco del ginocchio destro a Sochi, nella manche di slalom della supercombinata. Aspettando il recupero del croato dopo l'intervento chirurgico, gli avversari hanno campo libero.

Hirscher non si è fatto scappare l'occasione; ora tocca a Beat Feuz rincorrere la testa della classifica, per spodestare il re azzoppato del Circo bianco. Il ventiduenne Hirscher e il venticinquenne Feuz sono le due promesse dello sci alpino. Due talenti complementari che aumentano lo spettacolo e l'incertezza. Non amano la polivalenza: Hirscher è un fulmine nelle gare tecniche, Feuz lo è altrettanto nelle prove veloci. Così Austria e Svizzera hanno pescato gli assi che potrebbero sostituire i vecchietti malconci (Benny Raich) o alle ultime sgambate prima del ritiro (Didier Cuche).

L'ultima immagine di Kostelic è sul podio di Sochi, con i bastoncini a guisa di stampelle e le lacrime agli occhi. A nessuno piace vincere con la strada spianata dalle disgrazie altrui, ma è così che andrà salvo miracoli. Hirscher è già salito otto volte sul gradino più alto in questa stagione; in gigante e slalom non ha quasi più rivali. Feuz vanta 973 punti, dieci podi con tre successi e un calendario molto favorevole nelle prossime settimane. Tolto lo slalom parallelo di Mosca dove Hirscher potrebbe balzare al comando, ci saranno due superG a Crans Montana (più un gigante) e altri due superG con una discesa libera a Kvitfjell. Poi Kranjska Gora con l'incognita Kostelic e il gran finale a Schladming.

Anche gli azzurri hanno validi motivi per gioire e puntare se non a una coppa, almeno a una buona collezione di piazzamenti. Sabato è arrivato il tris di Max Blardone: ormai ci siamo abituati al suo acuto mensile. Primo a dicembre nel gigante della Val Badia, terzo a gennaio ad Adelboden, secondo a Bansko. Simile ruolino di marcia per Stefano Gross in slalom, ieri terzo in Bulgaria (dopo la squalifica di Mario Matt per un'inforcata). A gennaio aveva centrato due podi a Schladming e Adelboden. Rammarico per la scivolata di Cristian Deville nella prima manche, quando stava viaggiando sui tempi del fenomeno Hirscher. Il nono posto di Manfred Moelgg e il decimo di Giuliano Razzoli hanno completato il risultato di squadra.

E tra le donne c'è già chi festeggia: Lindsey Vonn ha ottenuto sabato a Sochi il suo quinto titolo in discesa libera, chiudendo al terzo posto la gara vinta da Maria Hoefl-Riesch. Per la quarta sfera di cristallo è solo questione di tempo. Con 1442 punti e la slovena Tina Maze a 994, le previsioni paiono scontate.

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