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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2012 alle ore 17:53.

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Si avvicina l'ora della verità per il salvataggio della Grecia da parte dell'Unione Europea, tema centrale dell'Eurogruppo di lunedì sera a Bruxelles. E proprio in vista dell'appuntamento, che dovrebbe dare il via al secondo pacchetto di aiuti ad Atene, il premier ellenico Lucas Papademos è arrivato nella capitale belga per «contatti». Lo indicano fonti governative greche, senza dare dettagli sugli incontri previsti. Non è escluso che il premier si fermi a Bruxelles anche per partecipare all'Eurogruppo, insieme al ministro delle finanze Evangelos Venizelos.

Gli alti funzionari del Tesoro dei 17 Paesi della zona euro sono al lavoro a Bruxelles per superare gli ultimi ostacoli a un accordo sul nuovo prestito alla Grecia per 130 miliardi di euro, che l'Eurogruppo dovrebbe chiudere domani. Uno dei problemi ancora aperti - indicano fonti - è proprio l'ammontare dell'aiuto pubblico: i 130 miliardi fissati non sarebbero sufficienti per aiutare la Grecia a raggiungere il target del 120% debito/pil nel 2020 dal 160% di oggi, come previsto. Probabilmente sarà necessario prevedere almeno altri 5 miliardi e portare il nuovo pacchetto a 135 miliardi di euro. I tecnici devono anche studiare le modalità per l'istituzione e la sorveglianza di un fondo bloccato - chiesto da Germania e Francia - sul quale versare una parte dei fondi prestati alla Grecia, che dovrà servire prioritariamente a rimborsare una parte del debito pubblico. Il governo greco avrebbe accolto questa richiesta, ma restano da definirne i dettagli.


Tra ottimismo e realismo
Sull'esito del vertice c'è un ottimismo di fondo, rafforzatosi ieri dopo che l'esecutivo greco aveva approvato i tagli da 325 milioni di euro che ancora mancavano per completare il bilancio da 3,2 miliardi di euro per il 2012 e dopo l'annuncio dell'avvio, l'8 marzo, dello swap sul debito con i creditori privati da concludersi entro l'11, nove giorni prima, dunque, della scadenza di titoli per 14,5 miliardi che Atene deve rifinanziare. «Sono fiduciosa che approveremo il pacchetto di aiuti, ma con delle condizioni» ha detto il ministro delle Finanze austriaco Maria Fekter, che, in un'intervista televisiva, rispondendo alla domanda se ritenga che la Grecia resterá nell'eurozona, ha assicurato: «Al momento sembra che andrá esattamente così. Non penso che ci sia una maggioranza che voglia una cosa diversa, perchè sarebbe estremamente difficile e costerebbe molto, molto denaro». Tra molte professioi di ottimismo, compresi i mercati che scommettono sull'accordo, arriva un richiamo alla prudenza, lanciato dallo stesso premier greco attraverso un messaggio postato su Twitter: aspettare gli annunci reali di domani prima di parlare di risultati. E questa sera dalla Germania il ministero tedesco dell'Economia avrebbe giudicato «non sufficienti» le riforme varate in Grecia. Lo afferma, secondo quanto riferisce l'agenzia Bloomberg, il "Welt am Sonntag", citando un documento interno del ministero. «L'implementazione da parte della Grecia rimane insufficiente», dice il documento. Lo stesso giornale afferma che i ministri delle Finanze Ue vorrebbero ridurre al di sotto del 4% i tassi per i prestiti ad Atene.

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