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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2012 alle ore 14:53.

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Nella crisi del debito dell'eurozona, Mario Monti sta emergendo come uno che "cambia il gioco". La stampa estera addita il premier italiano come "esempio", parla di "effetto Monti" e perfino di "rivoluzione Monti".

Mentre Le Monde un po' filosoficamente vede nel loden del professore il simbolo di un'Italia che cambia e indossa gli "abiti nuovi" della virtù e del rigore (ma resta da vedere se questa "rivoluzione culturale" cambierà gli italiani in modo duraturo), l'agenzia americana Bloomberg mette in cifre quello che chiama "effetto Monti" sul debito pubblico italiano. Da quando è arrivato al governo, il 16 novembre, i rendimenti sui titoli decennali sono scesi di circa 1,4 punti percentuali, calando al 5,61% dopo essere rimasti per due mesi intorno a quei livelli del 7% che hanno spinto Grecia, Irlanda e Portogallo a cercare salvataggio. Un effetto dovuto alle riforme dell'economia italiana avviate dal premier e alla spinta dei prestiti triennali illimitati alle banche varati dalla Banca centrale europea.

"I bond di Monti ci guadagnano, mentre Merkel e Sarkozy sono occupati a casa loro, Eurocredit", ha titolato la Bloomberg in un lancio ripreso dal San Francisco Chronicle. E' qui che il premier italiano viene definito come uno che "ha cambiato il gioco" e "ha ripristinato la credibilità del governo italiano" in un momento critico per l'Europa (Nicholas Spiro). Angela Merkel ha rinviato la visita a Roma per le dimissioni del presidente Christian Wulff, ma Monti ha parlato della crisi della Grecia al telefono con lei e il primo ministro greco Lucas Papademos in vista della riunione dell'eurogruppo oggi a Bruxelles.

Monti è "estremamente importante", spiega l'economista Christian Schulz, perché l'Italia è il Paese dove l'euro "o la va o la spacca". E Monti "ha ristabilito l'Italia come una forza importante nella politica europea".

Mentre Nicolas Sarkozy è impegnato nella campagna elettorale e "non può far nient'altro che lottare per la rielezione", Monti "sta chiaramente cercando di riaffermare un grado di autorità dell'Italia nell'eurozona che il suo disastroso predecessore aveva buttato via", nota l'analista Mark Ostwald.

Il ruolo di Monti nel dibattito sulla crisi in Europa sta dunque crescendo. La sua prossima sfida, osserva la Bloomberg, sarà di "realizzare la promessa di riformare il rigido mercato del lavoro italiano entro fine marzo". La sua capacità di farlo potrebbe determinare non solo se resterà al governo fino al 2013, ma anche – secondo Ostwald - se i rendimenti sui titoli italiani resteranno a livelli più bassi "su base permanente".

Il calo dei rendimenti dei titoli pubblici è anche una delle conseguenze positive dell'operazione di finanziamento delle banche lanciata dalla Bce, che ha evitato un "credit crunch" e ha contribuito a breve termine a riportare la fiducia sui mercati. Secondo un'analisi Reuters (ripresa dal Chicago Tribune), però, questa operazione rischia di avere solo rinviato "il giorno del giudizio", aggravando invece di ridurre l'interdipendenza tra banche e titoli sovrani. Interdipendenza cui l'eurozona cerca una via d'uscita.

"Se non si riduce la dipendenza tra titoli sovrani e banche, inevitabilmente gli Stati saranno inibiti dai rischi delle banche e le banche saranno inibite dai rischi degli Stati", osserva Jean Pisani-Ferry del think-tank Bruegel, a Bruxelles.
Se – come sembra dalle ultime aste italiane e spagnole - le banche hanno seguito il consiglio di Sarkozy di usare i prestiti Bce per comprare più titoli del debito pubblico e intascare la differenza d'interesse, Italia e Spagna avranno sì rifinanziato il debito, ma banche e governi sono diventate "più vulnerabili" alle reciproche debolezze.

L'emergenza comunque oggi è la Grecia. In un commento intitolato "La Grecia e la cultura dell'umiliazione", Dominique Moïsi su Les Echos osserva che la Grecia umiliata risponde al rigore con il rancore. Per quanto la sua responsabilità nell'attuale disastro economico sia "incontestabile", "non si umilia senza pericolo un popolo a terra, non gli si impongono rimedi che lo uccideranno prima di guarirlo".

Les Echos respinge il paragone che talvolta viene fatto tra Grecia e Italia. Papademos "non è certo l'equivalente greco" di Monti, ma soprattutto "la Grecia non è l'Italia". "Non ha la società civile vibrante e dinamica della penisola italiana. D'altra parte – aggiunge - è troppo presto per dire se Mario Monti riuscirà davvero nei suoi lodevoli sforzi".

Tra le scelte controverse del premier italiano, il giornale economico spagnolo Expansión loda quella di avere detto no alla candidatura di Roma alle Olimpiadi 2020. E non perché senza la concorrenza dell'Italia la Spagna avrebbe più chances. In un commento dal titolo "L'esempio di Mario Monti", Miguel Valverde critica duramente la Spagna che, nonostante la sua situazione economica e finanziaria, ha deciso di imbarcarsi nella lotta per ospitare i Giochi Olimpici.

La Spagna – secondo Expansión - avrebbe dovuto seguire lo stesso criterio di Monti, quando ha finito per ritirare Roma dalla gara olimpica. "Il Paese sta attraversando una crisi economica molto grave e non può permettersi distrazioni o rischi economici. Il governo non può impegnarsi a coprire un qualunque eventuale deficit", ha detto Monti con "un'onesta intellettuale che gli fa onore", conclude il giornale spagnolo.

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