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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2012 alle ore 12:41.

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Accelerare sulle riforme istituzionali, una priorità per il nostro paese, su cui occorre «fare un tratto di strada ora, in questa fase politica e istituzionale, a un anno di distanza dalle prossime politiche». A chi lo ha contestato ha ricordato: non rappresento le banche. La prima giornata della visita di due giorni in Sardegna del capo dello Stato Giorgio Napolitano si è affollata di temi e richiami. Dopo l'invito a rinnovare il sistema del welfare abbandonando ogni immobilismo e l'auspicio di rinnovare il Patto di stabilità «per dare una maggiore disponibilità ai Comuni per far fronte ai bisogni altrui» – espressi da Napolitano incontrando in mattinata gli amministratori della città di Cagliari - il Capo dello Stato ha messo in evidenza la necessità di riforme istituzionali urgenti. Una priorità, ha sottolineato intervenendo sempre a Cagliari a un convegno sul contributo della Sardegna al processo dell'unificazione italiana «per le forze politiche in Parlamento», mentre il Governo deve «affrontare una grave emergenza economica e finanziaria».Infine, commentando la vicenda dei due marò italiani accusati dell'omicidio di due pescatori indiani, il presidente ha ammesso ai microfoni di Sky Tg24 : «È una situazione molto ingarbugliata. Di fatto il caso diplomatico è già nato».
Servono politiche di sviluppo
Quanto all'attuale crsi economica, ha continuato il Capo dello Stato, questa impone di «avviare nuove politiche di sviluppo», senza attendere, «non si sa quanto, la conclusione di una fase di risanamento della finanza pubblica». Si tratta, ha aggiunto «di passare a una fase di impegno per la crescita economico-sociale e per l'occupazione, soprattutto nel mezzogiorno», cosa che «non può essere rinviata», attivando «una nuova politica di investimenti, di sviluppo e di ricerca».
Priorità: affrontare l'emergenza finanziaria
La priorità è dunque quella di affrontare «l'emergenza finanziaria» caratterizzata «dal peso abnorme del debito pubblico accumulatosi nei decenni passati in italia», facendo però attenzione a non procedere con tagli alla cieca, confondendo quello che va tagliato e addirittura eliminato come voce di bilancio «e quello che invece non va tagliato ma rafforzato». Ad esempio, «la spesa per la formazione, per la ricerca e la cultura, «se mi si consente di aggiungere questa piccola parola, che per l'italia non dovrebbe essere tanto piccola».
Non rappresento nè banche nè capitale
A conclusione del suo intervento al teatro lirico, il Capo dello Stato ha lanciato una battuta in risposta alle contestazioni da parte di svariati gruppi di manifestanti che hanno caratterizzato le sue prime ore di visita «Non rappresento nè le banche nè il capitale finanziario come qualcuno umoristicamente crede e grida».

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