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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2012 alle ore 18:03.

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David Cameron e Mario Monti (Ansa)David Cameron e Mario Monti (Ansa)

I capi di Stato e di governo di Italia, Gran Bretagna, Olanda, Estonia, Lettonia, Finlandia, Irlanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna, Svezia e Polonia hanno scritto una lettera ai presidenti di Consiglio europeo e Commissione europea (leggi il testo integrale) «per sottoporre alla loro attenzione» diverse questioni su cui ragionare e lavorare. Assenti Francia e Germania. La proposta, in vista del prossimo Consiglio europeo del primo marzo, è un vero e proprio piano anticrisi in otto punti, in alcuni casi con obiettivi e traguardi temporali, per modernizzare l'economia, aumentare la competitività e correggere gli equilibri macroenomici.

La lettera, promossa da un'iniziativa italo-britannico-olandese sulla base di una precedente lettera inviata dal premier italiano, Mario Monti, al Consiglio europeo del 30 gennaio, propone innanzitutto di sviluppare e completare e il mercato interno europeo, in particolare nel settore dei servizi, e chiede poi di creare un vero mercato unico digitale entro il 2015 e e di attuare l'impegno a realizzare un mercato unico dell'energia, effettivo ed efficace, entro il 2014. Il quarto punto riguarda la creazione dell'Area europea della ricerca, mentre il quinto pone l'obiettivo di allargare al livello mondiale l'apertura del mercato, attraverso gli accordi commerciali internazionali.

Il sesto punto ripropone l'obiettivo di ridurre gli oneri amministrativi della regolamentazione Ue che pesano sulle imprese. Il settimo obiettivo è quello di «promuovere un mercato del lavoro ben funzionante», che crei opportunità di impiego e livelli più alti di partecipazione per giovani, donne e lavoratori anziani. L'ottavo e ultimo punto, infine, prospetta la costruzione di «un settore finanziario robusto, dinamico e competitivo, che crei posti di lavoro e fornisca sostegno vitale ai cittadini e alle imprese». In particolare, si legge nella lettera (con un chiaro riferimento alla situazione in Germania, paese che non ha firmato il piano), andrebbero «ridotte le garanzie implicite destinate a salvare sempre le banche, che distorcono il mercato unico».

«La crisi che stiamo affrontando - spiegano i 12 leader all'inizio della lettera, intitolata "Piano per la Crescita in Europa" - è anche una crisi di crescita: gli sforzi che ciascuno di noi sta facendo per riportare le finanze nazionali su una base sostenibile sono essenziali. Senza questi sforzi, non getteremo le basi per una ripresa economica forte e duratura. Ma è necessaria anche - sottolineano i firmatari della lettera - un'azione per modernizzare le nostre economie, costruire una maggiore competività e correggere gli squilibri macroeconomici. È necessario - aggiungono ancora i 12 leader - ripristinare la fiducia, tra i cittadini, le imprese ed i mercati finanziari, nella capacità dell'Europa di crescere in modo forte e sostenibile in futuro e di mantenere il suo posto nella prosperità mondiale».

«Ognuno di noi - proseguono i firmatari della lettera dopo aver elencato gli otto obiettivi dell'iniziativa - riconosce che il piano che proponiamo richiede leadership e decisioni politiche. Ma le poste in gioco sono alte e in molte di queste aree si sarebbe dovuto agire già da molto tempo. Con un'azione decisa ed efficace e con una forte volontà politica - concludono i Dodici - potremo recuperare il dinamismo dell'Europa e riportare le nostre economie sul percorso della ripresa».

Moavero: la lettera dei Dodici non è contro Francia e Germania
La lettera dei 12 promossa da Italia, Regno Unito e Olanda «non va interpretata come a una contrapposizione alle lettere comuni di Francia e Germania. Il ministro delle politiche comunitarie Enzo Moavero ha teso a scaricare di significato politico l'iniziativa dei Dodici, anche se di fatto questa ha mosso il classico assetto delle "geometrie" politiche europee. Chiaro il tentativo di Mario Monti di evitare che si cristallizzino schieramenti e assi privilegiati e di mantenere sulle strategie della crescita e del mercato interno la massima unità tra i 27.

«Francia e Germania hanno l'abitudine a diffondere il loro punto di vista e continueranno a seguire il loro metodo», ha continuato Moavero, spiegando che «la genesi» della lettera dei 12 inviata in vista del vertice Ue di Bruxelles dell'1 e 2 marzo è quella di «un discorso» iniziato al Consiglio del 30 gennaio «poi andato avanti con chi ha proposto di arrivare a qualcosa di congiunto, senza preclusione né pianificazione iniziale».

Si tratta quindi, per il ministro, di una «spontaneistica adesione a delle idee, con inizialmente una promozione non solo nostra ma anche di Olanda e Gran Bretagna, a cui sono aggiunti poi alcuni paesi del Nord Europa» nell'ambito di un «processo spontaneo». Si sta quindi assistendo, ha continuato, alla nascita di «un interessante spettro» di paesi che «vedono una via europea alla crescita senza costi per i contribuenti e fatta di fattori di stimolo», tanto che «il termine più ricorrente nella lettera è "cittadini"». Con «l'ambizione di nutrire ugualmente il Consiglio europeo» al pari di quanto finora fatto da Parigi e Berlino, ha tenuto a ribadire Moavero.

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