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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2012 alle ore 18:13.

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Quarto, dobbiamo raddoppiare il nostro impegno nei confronti dell'innovazione creando l'Area Europea della Ricerca, creando l'ambiente migliore possibile per gli imprenditori ed i creatori di innovazioni affinché essi possano commercializzare le proprie idee e creare posti di lavoro e mettendo l'innovazione spinta dalla domanda al centro della strategia dell'Europa nel campo della ricerca e dello sviluppo. Dobbiamo anche agire in maniera decisa per migliorare le opportunità di investimento per le start-up innovative, per le società a rapida crescita e per le piccole imprese, creando un efficiente regime di venture capital su base europea che consenta ai fondi di venture capital di operare su base pan-europea, valutando la proposta di un programma europeo di venture capital partendo dal Fondo Europeo per gli Investimenti e dalle altre istituzioni finanziarie in collaborazione con gli operatori nazionali e concordando un nuovo programma di portata europea, sul modello del programma di Ricerca sull'Innovazione delle Piccole Imprese (Small Business Innovation Research) per favorire un utilizzo più efficace degli appalti pubblici pre-commerciali per sostenere le aziende innovative e high tech. Hanno ancora altissima priorità le riforme miranti a creare un efficace sistema "business-friendly" di protezione della proprietà intellettuale.

Quinto, sono necessarie azioni decisive per offrire dei mercati globali aperti. Quest'anno dovremmo concludere degli accordi di libero scambio con India, Canada, i paesi dell'area orientale ed una serie di partner dell' ASEAN. Dovremmo anche rafforzare i rapporti commerciali con i paesi dell'area sud. Si dovrebbe dare nuovo impeto ai negoziati commerciali con partner strategici come il Mercosur ed il Giappone, con i negoziati con il Giappone avviati prima dell'estate, a condizione che si facciano progressi circa la portata e l'ambizione di un accordo di libero scambio. I contratti attualmente sul tavolo potrebbero aggiungere altri €90 miliardi al PIL dell'Unione.

Ma dobbiamo andare ancora oltre. Dobbiamo dare un'ulteriore spinta politica all'approfondimento dell'integrazione economica con gli Stati Uniti, prendendo in esame tutte le opzioni compresa quella di un accordo di libero scambio, dobbiamo cercare di accrescere le relazioni commerciali e gli investimenti con la Russia, a seguito del suo ingresso nel WTO e dobbiamo avviare una valutazione strategica dei nostri rapporti commerciali e nel campo degli investimenti con la Cina, con l'obiettivo di rafforzare i nostri legami commerciali e consolidare l'impegno di realizzare degli scambi basati sulle regole. Riconoscendo I vantaggi comportati da mercati aperti, dovremmo proseguire i nostri sforzi per rafforzare il sistema multilaterale, anche attraverso l'Agenda di Sviluppo di Doha, impegnarci a concludere accordi multilaterali e plurilaterali in aree e settori prioritari e resistere al protezionismo e cercare un maggiore accesso al mercato per le nostre aziende nei paesi terzi. Soprattutto, dobbiamo resistere alla tentazione di perseguire un protezionismo controproducente nei nostri rapporti commerciali.

Sesto, dobbiamo sostenere e rendere più ambizioso il nostro programma di ridurre il peso della normative europea. Accogliamo con favore gli impegni assunti dalle istituzioni di ridurre il peso sulle piccole imprese ma sollecitiamo dei progressi ulteriori e più rapidi in tutte le istituzioni europee mantenendo l'integrità del mercato unico e gli obiettivi più ampi dell'Unione. Dovremmo valutare la portata di nuovi e ambiziosi obiettivi di settore a livello europeo e concordare nuovi passi per offrire benefici tangibili all'industria. Dovremmo anche rilasciare una dichiarazione chiara e visibile della nostra intenzione di sostenere le micro-imprese e chiedere alla Commissione di presentare proposte dettagliate per ottenere tutto ciò, compresi possibili emendamenti alla legislazione in vigore. Chiediamo anche alla Commissione di pubblicare una dichiarazione annuale che individui e spieghi i costi totali netti per le aziende delle proposte normative presentate l'anno precedente.

Settimo, dobbiamo agire a livello nazionale e, rispettando le competenze nazionali, a livello collettivo, per promuovere un mercato del lavoro ben funzionante che offra opportunità di occupazione e, cosa fondamentale, favorisca livelli maggiori di partecipazione al mercato del lavoro da parte di giovani, donne e lavoratori più anziani. Si dovrebbe prestare particolare attenzione anche ai gruppi vulnerabili che sono stati fuori dal mercato del lavoro per lunghi periodi. Dovremmo favorire la mobilità della manodopera per creare un mercato del lavoro europeo più integrato ed aperto, ad esempio facendo progressi nell'acquisizione e conservazione di diritti aggiuntivi alla pensione per i lavoratori migranti, rispettando al contempo il ruolo delle parti sociali. Dovremmo anche agire ulteriormente per ridurre il numero delle professioni regolamentate in Europa, attraverso l'introduzione di un nuovo duro test di proporzionalità stabilito dalla legislazione. In questo contesto, chiediamo alla Commissione di convocare senza indugio un nuovo forum per la valutazione reciproca delle pratiche nazionali per contribuire ad individuare ed eliminare le barriere normative ingiustificate, esaminare le alternative alla regolamentazione che garantiscano alti standard professionali e valutare la portata di un ulteriore allineamento degli standard per facilitare il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali.

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