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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2012 alle ore 06:40.

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Ieri, a Mosca, si è tenuto un consiglio di guerra. Già la chiamano la "Coalizione dei non-volenterosi", parafrasando la Coalition of the willing sbandierata da Bill Clinton nel 1994, ai tempi delle tensioni con la Corea del Nord. Ma stavolta gli eserciti non c'entrano. Ventisei Paesi – fra i quali Cile, Burkina Faso e Qatar, ma anche Cina, India, Giappone e Stati Uniti – intendono mettere a punto la strategia per il lancio di una disfida commerciale. Obiettivo: l'Unione Europea.
Lo scorso primo gennaio è entrata in vigore la direttiva – fortissimamente voluta dalla Commissione – che obbliga tutte le compagnie aeree a pagare un balzello sulle emissioni-serra generate dai voli con origine o destinazione finale in Europa. Più precisamente, le aviolinee sono chiamate a compensare il proprio contributo al riscaldamendo climatico con l'acquisto dei diritti a emettere una tonnellata di CO2 sul mercato Ets (Emission Trading Scheme), come da anni già fanno le imprese europee dell'energia, del vetro o del cemento. Alle compagnie aeree, l'iniziativa non è piaciuta. Ma tantomeno ai governi.
Quei 26 avevano già mostrato il pollice verso a novembre, durante una sessione dell'Icao, l'agenzia aeronautica delle Nazioni Unite. Ma la loro richiesta di appello presso la Corte Europea di Giustizia è stata respinta e la Direttiva – peraltro approvata due anni fa – è entrata in vigore. La Cina ha proibito ai propri vettori di piegarsi alle imposizioni di Bruxelles. E anche il Congresso americano ha meditato un'iniziativa del genere. Ma adesso, i Ventisei si coalizzano contro i Ventisette.
Secondo alcune indiscrezioni, sul tavolo ci sarebbe una serie di possibili misure da adottare al consiglio di guerra di Mosca, che si conclude oggi. Potrebbe essere aperta una disputa ufficiale presso l'Icao, che però richiede troppo tempo, se non addirittura qualche rappresaglia ai danni dell'industria aeronautica europea, come lo sbarramento a nuove richieste di rotte internazionali. In una bozza del documento finale, anticipata dalla Reuters, si accusa l'Europa di «violare i principi della cooperazione internazionale».
Le aviolinee europee, molte delle quali già contrarie alla legge di Bruxelles, si dicono preoccupate. «Se tutti non seguono la legge allo stesso modo – commenta Simon McNamara, vice direttore generale della European Regions Airline Association – peserà in maniera sproporzionata sulle imprese europee, le renderà meno competitive. E senza nessun beneficio per l'ambiente».
In realtà, l'inclusione dell'aeronautica civile nell'Ets è disegnata per incoraggiare la transizione verso motori più efficienti: le compagnie dotate di velivoli moderni (soprattutto quelle asiatiche ed europee) possono addirittura guadagnarci, con l'Emission Trading Scheme. Senza contare che, per i primi due anni, è previsto che l'85% dei diritti vengano concessi gratuitamente. Ma Cina e Stati Uniti, che si appellano alla Convenzione di Chicago sul traffico aereo, ne fanno una questione irrinunciabile di principio.
Eppure, secondo alcuni osservatori, è difficile che scoppi una guerra commerciale convenzionale. «Escludo di assistere a una disputa commerciale in un clima economico così instabile», dice il deputato olandese Bas Eickhout, che sta seguendo da vicino la diatriba: l'Unione Europea è pur sempre il primo mercato del pianeta. «Non vogliamo dominare il mondo – ha detto ieri Siim Kallas, vicepresidente della Commissione Barroso – però sono anni che chiediamo di trovare soluzioni per tenere sotto controllo le emissioni e non è successo niente».
Nel frattempo però, l'intero piano ambientale che ruota intorno all'Ets (in questo momento solo l'Europa e l'Australia hanno una legge in vigore per tagliare le emissioni-serra) è in sostanziale crisi. I diritti a emettere una tonnellata di CO2 hanno toccato il minimo di 7 euro per poi risalire intorno a 9: un livello giudicato troppo basso, se si vuole incentivare seriamente il taglio delle emissioni. La crisi aeronautica in corso è solo altra pioggia che cade sul bagnato.
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