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Questo articolo è stato pubblicato il 23 febbraio 2012 alle ore 07:50.

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La proposta di ristrutturazione dei titoli di Stato greci, illustrata a grandi linee sul sito in lingua inglese del ministero delle Finanze greco (www.minfin.gr) e attesa per il decollo su scala globale dal mercato già questo fine settimana, è rivolta a "tutti" i creditori privati sottoscrittori dei bond. Quindi, al 100% degli investitori, istituzionali e retail, greci e internazionali. Ma trattandosi, almeno nella sua fase iniziale, di un'operazione basata sulla partecipazione volontaria e spontanea dei bondholders, è molto plausibile che non tutti aderiranno spontaneamente. Men che meno i piccoli risparmiatori, soprattutto greci, che nella prevalenza dei casi hanno acquistato alla pari, attorno a 100, in asta. Stando a stime attendibili di mercato (quelle ufficiali non sono aggiornate), gli investitori retail potrebbero detenere bond greci per un ammontare attorno ai 16 miliardi, pari a una quota del 7,7% sui 206 miliardi di titoli oggetto di concambio: una percentuale molto alta, determinante per il successo del'operazione.

Per raggiungere l'obiettivo di riduzione del valore nominale del debito greco di 100 miliardi di euro, lo swap sui titoli di Stato greci in circolazione dovrà ottenere il consenso del 95% e più dei creditori sottoscrittori. Anche al dettaglio. I risparmiatori però, a differenza degli investitori istituzionali, degli hedge fund e delle istituzioni finanziarie, hanno acquistato in prevalenza i titoli al massimo prezzo, alla pari oppure attorno a 100, in asta. Per questo motivo sono quelli che rischiano di pagare il conto più salato, vedendosi decurtare il capitale investito a 100 dall'haircut al 53,5% sul valore facciale dei vecchi bond e al 75% in base al valore di mercato dei nuovi bond. Diverso invece il caso degli hedge fund che hanno acquistato i titoli sul mercato secondario ben sotto la pari, anche sotto 50: la perdita sarà ben inferiore al retail.

Le autorità elleniche sono consapevoli del fatto che il concambio avrà pesanti ripercussioni negative sul risparmio delle famiglie, soprattutto quelle greche già colpite duramente dalle misure di austerità e rigore e dalla recessione. Stando a fonti vicine ai negoziati dello swap, il Governo avrebbe accarezzato l'idea di creare una corsia preferenziale per i piccoli risparmiatori: una possibile soluzione poteva essere quella di prevedere nelle Clausole di azione collettiva un trattamento meno punitivo per i piccoli conti. Ma ieri sera queste soluzioni alternative, per quanto esplorate e studiate, non risultavano concretizzate nel documento finale dello swap: le autorità greche temono l'accanimento degli investitori istituzionali nel caso in cui venisse creata una nuova categoria "privilegiata", in aggiunta alle banche centrali dell'Eurosistema e alla Bce che vedranno i titoli di Stato greci nel loro portafoglio rimborsati integralmente alla scadenza.

I tempi per il lancio dello swap intanto stringono. La Bnp Paribas ha previsto che, dopo il voto favorevole definitivo sulla norma delle Clausole di azione collettiva già oggi in Parlamento, questo fine settimana l'operazione di concambio sarà pronta al decollo. La proposta di swap, con partecipazione volontaria, rimarrà aperta per due settimane e terminerà attorno al 9 marzo. A quel punto, se il quorum dei partecipanti dovesse risultare inferiore al 90-95%, è altamente probabile che le Clausole di azione collettiva vengano esercitate in via retroattiva, imponendo - a tutti? - lo swap che dovrà concludersi entro il 19 marzo, alla vigilia della scadenza di 14,4 miliardi di bond.
I. B.

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