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Questo articolo è stato pubblicato il 23 febbraio 2012 alle ore 07:50.

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BRUXELLES - Eletto alla presidenza del Parlamento Europeo in gennaio, il socialdemocratico tedesco Martin Schulz, 56 anni, inizia oggi la sua prima visita ufficiale in Italia. In una intervista con Il Sole 24 Ore, commenta a caldo il nuovo programma di aiuto alla Grecia e tratteggia il ruolo dell'assemblea nel futuro dell'integrazione europea.

Dopo 13 ore di trattative l'Eurogruppo ha trovato un'intesa sul salvataggio della Grecia. È finalmente un accordo duraturo?
Penso che alla luce del dibattito lungo, l'analisi sia stata abbastanza approfondita. Presumo che sia stata trovata un'intesa che per ora può essere considerata duratura. A lungo termine, però, prestare denaro non serve a niente se non c'è un rilancio dell'economia del Paese.

Il pacchetto non è del tutto convincente, quindi?
Direi di no. Ridurre le spese o riformare l'amministrazione sono misure necessarie per ridare competitività al Paese, ma bisogna anche attirare nuovi investimenti per creare nuove infrastrutture, sfruttare l'energia solare, creare occupazione.

La partita non è solo economica. È anche molto politica. La Grecia sta subendo una riduzione della sua sovranità. Quanto legittima?
L'Unione è una federazione di Stati sovrani, non un vero e proprio Stato federale. La Grecia, come tutti i Paesi che hanno aderito alla zona euro, partecipa a un sistema di regole che prevede un trasferimento di sovranità monetaria al livello transnazionale. Ciò automaticamente limita la sua sovranità.

Ad Atene, le manifestazioni critiche dell'Europa si moltiplicano. In Belgio un ministro del Governo Di Rupo, Paul Magnette, si è chiesto pubblicamente quale sia la legittimità della Commissione nell'imporre decisioni ai Paesi membri. Il Parlamento europeo può avere un ruolo di cerniera in questo contesto?
Assolutamente sì. La nostra assemblea deve essere un trait d'union tra l'Europa intergovernativa e l'Europa comunitaria. Le do un esempio concreto. Tra poco il Parlamento dovrà negoziare con il Consiglio due regolamenti (il cosiddetto two-pack) che rafforzano ulteriormente la disciplina di bilancio nell'Unione. Possiamo in questo frangente trovare un equilibrio tra l'esigenza dell'Unione e gli interessi degli Stati, tenuto conto del fatto che proprio gli interessi nazionali possono provocare squilibri macroeconomici che bisogna assolutamente compensare a livello europeo.

Un gruppo di 12 Paesi ha pubblicato lunedì una lettera aperta a favore della crescita economica, tra questi anche l'Italia. Cosa ne pensa?
Il Parlamento insiste da due anni nel dire che la disciplina di bilancio non basta per rafforzare l'occupazione e rilanciare l'economia. Dopo la lettera franco-tedesca di gennaio abbiamo ora una nuova lettera di 12 Paesi. Ne prendiamo atto. Alcuni appunti. Prima di tutto le proposte mi paiono poco concrete. In secondo luogo, le due lettere non contribuiscono a risolvere uno dei problemi dell'Europa: la cacofonia.

La Grecia ha a disposizione un nuovo pacchetto di aiuti; la zona euro si è dotata di un nuovo patto di stabilità, il fiscal compact. A quando un rafforzamento del fondo di stabilità Esm che permetterebbe di arginare i rischi di contagio?
Abbiamo bisogno di un Esm rafforzato e ne abbiamo bisogno rapidamente. Deve essere uno strumento per difendere la nostra moneta dalla speculazione, anche per mostrare la nostra unità e la nostra volontà di difenderci insieme. Il fondo deve essere rafforzato velocemente ed essere flessibile

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