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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2012 alle ore 16:32.

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Il giocatore Marc Gasol (AP)Il giocatore Marc Gasol (AP)

In campo saranno frizzi, lazzi, ricchi premi e cotillon. Ma la scadenza che tutta la Lega ha in mente è il 15 marzo, ultimo giorno del mercato di questa folle annata marchiata a fuoco dal lockout. Intanto a Orlando le stelle faranno parata, facendo attenzione a caviglie, ginocchia e muscoli, visto che l'obiettivo vero e primeggiare sul resto del firmamento non ora, ma a giugno, e magari con un anello al dito

I big - Se è vero che un All Star Game senza Kobe o LeBron o Wunderdirk Novitzski o Howard non è neppure immaginabile, più interessante però è concentrarsi sulle novità dei roster selezionati da coach Thibodeau (Chicago-Est) e Brooks (Oklahoma-Ovest). Sei gli esordienti: a Ovest Bynum (Lakers), Aldridge (Portland) e Marc Gasol (Memphis); a Est Hibbet (Indiana), Igoudala (76ers) e Deng (Bulls). Da applausi il ritorno di Steve Nash, 38 anni e non sentirli, ancora mente illuminata (e non di rado anche braccio) dei Phoenix Suns.

L'altro Gasol - Un Gasol tira...via l'altro. È quello che è successo quest'anno, dove l'esordio di Marc, centro di Memphis, ha di fatto escluso la presenza del più celebre e titolato Pau. Del resto, per la stella dei Lakers al momento i problemi sono ben altri: i gialloviola potrebbero virare da un momento all'altro proprio su Dwight Howard, innescando una trade che inevitabilemente coinvolgerebbe proprio Pau. Vicenda che preoccupa non poco lo stesso Kobe Bryant, che in settimana ha tuonato contro i vertici del club, colpevoli a suo dire di togliere serenità a Pau in un momento chiave della stagione. Il 15 marzo, scadenza ultima del mercato, sapremo la verità.

Assenti - Inevitabile che una stagione compressa e stressante come questa non allungasse la propria ombra anche sulla festa di Orlando. Non mancano allora gli infortunati dell'ultima ora: Joe Johnson di Atlanta getta la spugna per una tendinite a un ginocchio, e al suo posto viene ripescato Rajon Rondo da Boston; k.o. anche il brasiliano Tiago Splitter degli Spurs: nella sfida tra rookie e sophomore sarà sostituito da Derrick Favors degli Utah Jazz

Effetto Lin - Proprio la gara del sabato tra i "giovani" presenta le novità più interessanti. Da un lato la Lega ha voluto rivitalizzare il sistema di selezione, dando a due grandi ex come Shaquille O'Neal e Charles Barkley il compito di formare i due roster, pescando tra i selezionati prescindendo dalla Conference di appartenenza. Occhi puntati sull'esordiente più sorprendente, Ricky Rubio, ma soprattutto su Jeremy Lin, il carneade dei Knicks che ha rivitalizzato il sogno americano: il commissioner David Stern, per tirarlo dentro la festa, inizialmente lo aveva inserito come raccattapalle dil usso nella gara del tiro da 3. Ma attenzione spasmodica dei media e ascesa verticale del business dei gadget legati al fenomenale numero 17 hanno suggerito l'approvazione di un rapido piano B: l'ex studente di Harvard, a tempo perso play vincente di New York, convocato al volo per la gara delle matricole insieme a Cole degli Heat, e pronto a dare spettacolo sul parquet dell'Amway Arena . Che la "Linsanity", la malattia-passione per Lin che pervade la Lega da un paio di mesi, abbia inizio.

Gruppi d'ascolto - Tanto per dare l'idea di quello che vuol dire per la Lega e per la palla a spicchi mondiale il weekend di Orlando. Gruppi d'ascolto spuntano come funghi a tutte le latitudini. A Milano, dopo il big match tra Milan e Juventus, appuntamento per un selezionato gruppo di giornalisti e giocatori in un locale del centro, a tirar mattina per gustarsi al maxischermo la partita dei rookie, la gara delle schiacciate e quella del tiro da tre. Ospite d'onore Muggsy Bogues, il piccolo grande uomo che dall'alto dei suoi 158 centimetri d'altezza seppe costruirsi una decennale carriera nella Nba, togliendosi lo sfizio di stoppare anche un certo Patrick Ewing!

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