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Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2012 alle ore 08:11.

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CITTÀ DEL MESSICO - L'Institute of International Finance, l'associazione che raggruppa oltre 400 delle più importanti istituzioni finanziarie globali, elogia gli sforzi del Governo Monti, ma sottolinea l'importanza della crescita per risolvere la crisi e avverte che quel che l'Italia può fare da sola deve essere accompagnato da un'azione più incisiva a livello europeo per normalizzare la situazione.

In un rapporto diffuso fra i soci alla vigilia degli incontri di Città del Messico, l'Iif nota favorevolmente sia le misure per il risanamento dei conti pubblici, sia l'avvio delle liberalizzazioni e della riforma del mercato del lavoro, sottolineando che la loro attuazione è uno degli elementi cruciali che i mercati terranno sotto osservazione nei prossimi mesi.

«L'Italia, come la Spagna - dice il presidente del Bbva e vicepresidente dell'Iif, Francisco González - è il Paese più importante per stabilizzare l'area dell'euro. E in entrambi i Paesi, governi che non avevano realizzato quanto dovuto sono stati sostituiti da altri che hanno perfettamente capito la natura dei problemi e li stanno affrontando, portando avanti un'agenda di riforme». Il direttore dell'Iif, Charles Dallara – noto alle cronache come uno dei principali protagonisti della gestione della crisi del debito della Grecia – ha scritto in una lettera ai ministri finanziari e ai governatori del G-20, riuniti da ieri sera nella capitale messicana, che «in molti Paesi, come l'Italia, la Spagna, il Portogallo e l'Irlanda, i governi stanno compiendo sforzi strenui per affrontare i deficit pubblici, il debito e le sfide strutturali. In ciascuno di questi casi, l'azione sta acquistando forza».

Lo studio dell'associazione delle grandi banche afferma che «l'Italia ha fatto un buon lavoro nel ricreare la fiducia. Il problema dell'Italia sono più le dimensioni del debito che non il deficit. Per ora, le grosse necessità di rifinanziamento del debito nei primi mesi dell'anno sono state gestite piuttosto bene». L'associazione delle banche globali prevede che il surplus primario nei conti pubblici ottenuto nel 2011 possa aumentare quest'anno.

L'analisi dell'Iif rileva tuttavia che le proiezioni di crescita più recenti, soprattutto quelle del Fondo monetario, sono più pessimistiche di quelle contenute nella manovra "Salva-Italia" e che, quindi, le misure potrebbero rivelarsi insufficienti a portare il bilancio in pareggio nel 2013 e ridare sostenibilità al debito, anche in presenza di tassi d'interesse più bassi sui titoli pubblici. È decisivo quindi, afferma lo studio, rilanciare la crescita, in modo che torni, in termini nominali, ai livelli pre-2008 (circa il 3,8% l'anno). Sono importanti perciò, secondo l'Iif, i passi fatti dal Governo in questa direzione, in particolare le liberalizzazioni e le misure per migliorare la flessibilità del mercato del lavoro.

L'Iif individua anche alcune criticità: oltre all'importanza dei progressi sulle misure di riforma strutturale, il persistente bisogno di emettere grosse quantità di debito per finanziare i riscatti, il quadro politico (considerato che il Governo Monti non è eletto e che la sua popolarità potrebbe essere vulnerabile a una recessione prolungata e comunque si dovrà andare al voto nel 2013), il rating del debito pubblico ormai arrivato a BBB+ per Standard & Poor's, l'esposizione del sistema bancario ai Paesi dell'Europa centrale e orientale, in particolare l'Ungheria.

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